domenica 20 dicembre 2009

"Mattone Selvaggio": chiesti oltre 110 anni di carcere

GIUGLIANO. Mano dura dei pubblici ministeri antimafia Paolo Itri, Raffaela Capasso e Antonio D’Alessio. Ieri la requisitoria per le 33 persone indagate nello scandalo al Comune di Giugliano su corruzione per favorire gli abusi edilizi. Oltre 110 anni di carcere per vigili urbani, impiegati comunali, imprenditori e tecnici. Le condanne più alte per gli agenti della Municipale Francesco Iovinella (11 anni), Renato Ciccarelli (9 inni e 6 mesi), Attilio Di Tota (9 anni), Angelo Granata (10 anni e 4 mesi). Cinque le richieste di assoluzione: Domenico di Domenico (tecnico esterno), Franesco Di Gioia e Luigi Mallardo dell’ufficio tecnico, Antonio Pirozi (vigile urbano). I pm, tuttavia, hanno richiesto la confisca dei beni dell’imprenditore di Qualiano Domenico Pelliccia, che durante le fasi del processo ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo gli addebiti: per lui chiesti tre anni con la concessione delle attenuanti generiche. Ora la parola passa al collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Pasquale Pianese, Michele Giametta, Nello Palumbo, Paolo De Angelis, Antimo D’Alterio, Carlo De Pascale, Ettore Stravino, Filippo Trofino e Giuseppe Pellegrino, che saranno in aula il 22 dicembre. Il processo è iniziato il 5 novembre 2008 con rito ordinario per 33 persone invischiate nello scandalo di tangenti sugli abusi edilizi al Comune di Giugliano. Una storia venuta alla luce quasi per caso, grazie alla denuncia di una donna che aveva ‘lamentato’ alle forze dell’ordine un tentativo di violenza sessuale da parte di un vigile, disposto a chiudere un occhio su dei lavori ‘irregolari’ solo in cambio di sesso. Intercettazione dopo intercettazione, i pm sono riusciti a ricostruire il giro di affari che pubblici ufficiali e pubblici amministratori avevano messo in piedi sulle opere fuorilegge. Un giro di tangenti imposte ai grossi imprenditori e ai piccoli privati. Il sistema era semplice: pagare per poter terminare la realizzazione dei lavori. E gli ‘estorsori’ in doppio- petto erano arrivati persino a stilare un tariffario. Ci sono voluti mesi e mesi di indagini per mettere insieme tutti i tasselli e a partire dal novembre del 2008 ogni atto d’indagine è stato passato ai raggi X dai giudici della undicesima sezione penale, collegio C, del tribunale di Napoli. Il 18 dicembre dello scorso anno ci fu la sentenza per le 18 persone che scelsero l’abbreviato. Anche in quel caso ci fu il pugno duro del giudice: in 18 furono condannati a 112 anni e 4 mesi totali di reclusione. Solo uno fu assolto: l’imprenditore Pietro Ciccarelli. Le pene più altre per i vigili urbani Antonio Basile e Giuseppe Tagliatatela Scafati: dodici anni. (M.F. Cronache di Napoli il 16/12/09)

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