domenica 6 dicembre 2009

L'emergenza è finita, ma il degrado resta

«Almeno quattro anni di gestione tranquilla». È quanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nonché capo della protezione civile Guido Bertolaso ha detto ieri durante un sopralluogo sugli impianti di smaltimento dei rifiuti in Campania. «In questi 18 mesi diemergenza rifiuti abbiamo dovuto contrastare attività, ma anche sabotaggi e boicottaggi che avevano come unico obiettivoquello di far fallire il piano per uscire dall´emergenza e riconsegnare il controllo della gestione dei rifiuti all´illegalità». Ha sostenuto poi davanti ai giornalisti presenti sulla discarica di Terizgno. «La gestione dei rifiuti è stata patrimonio della camorra per anni e - continua il sottosegretario - non mi pare che ne siamo usciti del tutto, come dimostrano i racconti dei pentiti anche in questi giorni. Il controllo della legalità è una cosa che bisogna gestire giorno per giorno, perché in 48 ore la camorra può rimettere le mani laddove gliele abbiamo tolte». Bertolaso ammette tuttavia la presenza ancora di zone molto degradate: «C’è ancora immondiazia nelle strade, in particolare dei comuni della pronincia di Napole e Caserta, ma il problema non riguarda gli impianti e le discariche – precisa Bertolaso – ma riguarda chi ha il compito di di raccoglierla e toglierla dalle strade».
Gli impianti a regime, compreso il termovalorizzatore di Acerra, consentiranno alla Campania di “sopravvivere” per i prossimi 4 anni prima di cadere nuovamente in un’altra emergenza rifiuti.
Dopo la gestione della fase piu' difficile, Bertolaso si augura «che a breve il Consiglio dei ministri adotti un decreto dal titolo “chiusura dell'emergenza”». Un settore su cui invece si puo' ancora fare molto di più è quello relativo alla raccolta differenziata, che in Campania si attesta su una media del 16-17%. «Questa però è responsabilità delle autorità locali. In Campania - rileva Bertolaso - ci sono Comuni che hanno dato un grande impulso e sono di prima classe sotto questo profilo, mentre altri sono ancora agli ultimi posti. È un paradosso che va affrontato, stiamo valutando se commissariare queste ultime amministrazioni prima o dopo la chiusura della fase dell'emergenza. Quel che conta -aggiunge - è che questo non è certo un “abuso di Stato”. In Campania sono stati fatti interventi concreti a differenza di quello che dicono altri».
Intanto sul tavolo del ministro dell’Interno Roberto Maroni sono giunti i dossier dei comuni a rischio scioglimento che da undici (cifra fornita lo scorso luglio e che includeva i comuni di Giugliano, Qualiano, Nola, Afragola, Casal di Principe, Castelvolturno, San Marcellino, Aversa, Trentola Ducenta, Maddaloni e Casaluce) passa a quattro: Aversa, Trentola Ducenta, San marcellino e Castelvolturno.
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NAPOLI (3 dicembre) - «Gravi e reiterate inadempienze nelle attività di competenza per la raccolta dei rifiuti». È questa la motivazione con la quale il sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, chiede la linea dura nei confronti di 9 sindaci campani giudicati inadempienti e avanza al ministro dell'Interno la proposta di una loro rimozione. Immediate e concordi le reazioni: è un coro di no e risposte decise alla proposta Bertolaso. I comuni interessati si trovano due in provincia di Napoli (Giugliano, terza città della Campania per numero di abitanti con 116 mila residenti, e Nola) e sette in quella di Caserta. Ci sono Castel Volturno e Casal di Principe, note per fatti di camorra e iniziative forti sul fronte della legalità, e poi Aversa, Casaluce, Maddaloni, San Marcellino e Trentola Ducenta. Sotto accusa «l'inerzia delle amministrazioni locali nel contrastare l'abbandono incontrollato lungo le strade di rifiuti solidi urbani e di rifiuti speciali, anche ingombranti». I provvedimenti, si sottolinea, fanno seguito a «numerose diffide formulate dalla struttura del sottosegretario e rimaste senza esito». Eppure, evidenzia la struttura di Bertolaso, ai sindaci «la normativa attribuisce gli interventi di rimozione e avvio a smaltimento dei rifiuti abbandonati al fine di scongiurare situazioni di degrado e pericolo nel territorio comunale di pertinenza». Insomma, con questi comportamenti omissivi si rende «più difficoltoso il percorso volto al definitivo superamento dello stato di criticità che per oltre 15 anni ha interessato la regione». Non si esclude che nei prossimi giorni il sottosegretario Bertolaso formuli al ministero dell'Interno «altre richieste di scioglimento di giunte comunali o di rimozione del sindaco per altri Comuni, in particolare della provincia di Napoli».
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APOLI (5 dicembre) - Napoli è nella black list del sottosegretariato ai rifiuti retto da Guido Bertolaso. Per Palazzo San Giacomo è pronto lo stesso avviso già spedito a nove Comuni per i quali si chiede lo scioglimento perché «inadempienti sul fronte dell’emergenza rifiuti». I Comuni sotto osservazione sono 176 sui 551 della Campania.

Napoli è ventiduesima, quindi potrebbe essere messa nel novero delle richieste di scioglimento che arriveranno sul tavolo del ministro dell’Interno già entro fine anno. La notizia arriva da Palazzo Salerno dove ha sede il sottosegretariato e a darne conto è il vicario di Bertolaso generale Mario Morelli.

«Napoli è nella lista? Sì, però - spiega il generale - tutte le volte che li abbiamo avvisati si sono messi in ordine». Vero, però non basta perché a Palazzo Salerno hanno ben presente che la città è sporca e al di là del mancato raggiungimento del risultato minimo sulla raccolta differenziata, a pesare nella valutazione è la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Nella sostanza nell’ultimo anno sono state attivate le discariche e il termovalorizzatore di Acerra, strumento per tenere la città pulita che invece, se si eccettua il perimetro di Chiaia e qualche pezzo del centro storico, è quasi sempre sporca. Con i rifiuti speciali abbandonati per giorni e le strade sempre senza spazzamento.

E stando a quello che trapela a poco è servito agli occhi del sottosegretariato insistere ancora di più sulla discarica di Chiaiano: da 100 i camion al giorno sono passati a 180 quelli che scaricano. I risultati in termini di servizio sono ritenuti non soddisfacenti. La richiesta di scioglimento al momento riguarda i sindaci di due Comuni della provincia di Napoli, Giugliano e Nola, e di sette Comuni del casertano: Aversa, Casal di Principe, Casaluce, Castel Volturno, Maddaloni, San Marcellino e Trentola Ducenta.

Napoli è situata alla 22esima posizione preceduta da comuni come Afragola, Terzigno, Frignano, Villa Literno, Casapesenna e Caserta che è 15esima. Sette posizioni dopo c’è il capoluogo della regione. Si spiega anche così il nervosismo del sindaco che appena due giorni fa ha bollato la legge sull’emergenza rifiuti che porta il nome di Bertolaso come incostituzionale.

E si è augurata che il periodo di vita del sottosegretariato duri almeno altri 6 mesi. Tempo utile, probabilmente, per mettere in regola il Comune. Un duello appena iniziato che potrebbe preludere allo scioglimento di Palazzo San Giacomo.

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