mercoledì 15 luglio 2009

POSTE, PRENOTARSI PER UN PAGAMENTO COSTA 2 EURO

SCAMPIA (13 luglio) – A Scampia la prenotazione per la fila alla posta costa due euro.

Proprio così. Chi si dirige agli sportelli delle Poste Italiane di via Bakù, si imbatte in una spiacevole situazione. Tra la gente, esasperata da file che durano ore, capita di imbattersi in chi, scaltro nel comprendere i disagi dell’attesa, pensa bene di delinquere rivendendo prenotazioni, ovviamente gratuite, per abbreviare la fila alla brava gente in attesa. In altri termini, ci sono individui che giungono alla posta in anticipo e al mattino prendono prenotazioni da utilizzare poi durante gli orari di punta.
«A noi non piace questa cosa, ma in questa maniera evitiamo di attendere ore» – risponde un’anziana signora intervistata dopo aver acquistato il tagliandino numerato. A destare sconcerto, infatti, non è solo l’operazione illegale portata a termine dall’avventore di turno bensì constatare che i residenti, contro ogni logica di legalità, spendono ben due euro per usufruire di un servizio più veloce. Un sopruso che diventa, così, più grave perché si diffonde e trova la strada spianata per via delle lunghe attese che sfiancano gli anziani seduti ad aspettare. Il fenomeno non è nuovo tra le sedi locali degli sportelli della Posta della periferia settentrionale della città e va a sommarsi ad altre azioni simili come ad esempio la compravendita abusiva e illecita dei biglietti dell’autobus UnicoCampania. E’ noto, infatti, che a poca distanza da via Bakù, negli scaloni che conducono alla stazione della Metro collinare Scampia-Piscinola, c’è chi riusa i biglietti obliterati e li vende a nuovi acquirenti sforniti del titolo di viaggio.
Se per quanto riguarda gli UnicoCampania di tratta di un riciclo illegale all’aperto, per quanto concerne il tagliandino gratuito di prenotazione delle Poste, il tutto avviene a poca distanza dagli sportelli che erogano il servizio. Quasi come se nessuno vedesse, infatti, gli avventori creano lo scompiglio falsando i tempi di attesa e vendendo ciò che è dovrebbe essere gratuito. Come dire che a Scampia un’operazione quale un versamento non costa un euro ma un euro più due per abbreviare l’attesa.
Come al solito, il percorso illecito proposto in un quartiere della periferia settentrionale della città abbrevia la strada e pone, comunque, un ulteriore quesito: che forse bisognerebbe articolare un controllo interno allo sportello postale? Oppure che sia utile ridiscutere il rapporto che c’è tra l’utenza e il personale posto a fornire il servizio al residente? «Se ci fossero più sportelli aperti, forse non dovremmo abbassare a questo tipo di violenza» – glissa, quasi sibilando, un altro utente del servizio.

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