giovedì 8 settembre 2016

Camorra. Dietro lo sterminio dei Vastarella, la vendetta degli Esposito-Spina

SANITA'. Tra le incognite, nei vari scenari possibili che gli investigatori ipotizzano nel cercare la chiave dell’omicidio Vastarello, c’è il posizionamento sul territorio del gruppo Spina, i “Barbudos”. Un gruppo assurto agli onori della cronaca nel 2015, quando i carabinieri intercettarono le conversazioni degli affiliati mentre organizzavano la vendetta per l’agguato mortale a Ciro Esposito (ucciso il 7 gennaio 2015).Dalle intercettazioni emergeva che i giovani leoni di camorra attribuivano l’assassinio dell’amico, nonché parente, a Emanuele Sibillo e perciò lo cercavano per ammazzarlo. Non furono poi loro a farlo, ma quelle frasi captate dalla microspia sono importanti perché testimoniano lo stretto legame tra i clan anche in funzione anti Vastarella. Gli investigatori non dimenticano infatti, che il ras Pietro Esposito detto “Pierino”(padre di Ciro) è morto per essersi opposto al tentativo dei Lo Russo, spalleggiati dai Vastarella secondo le forze dell’ordine, di introdursi nuovamente alla grande nel rione Sanità per la vendita di droga. Dunque, le indagini della polizia per risalire agli autori dell’omicidio di Vittorio Vastarello partono da basi concrete e non escludono gruppi e personaggi che,anche se cacciati dal clan Vastarella l’anno scorso dalla Sanità, hanno ancora un legame con il quartiere. 

E oltre agli spina, che non si vedono in giro, l’attenzione è puntata anche sui Mallo. Il ras Walter, ora in carcere,molto legato a Pietro Esposito, fu costretto a trasferirsi a Miano, dove si è scontrato con i Lo Russo. Mail gruppo è ancora attivo secondo gli inquirenti nonostante lui e i fedeli luogotenenti siano finiti dietro le sbarre. In tutto ciò nessuno dimentica che la strage delle Fontanelle (due morti e tre feriti nelle file dei Vastarella)e la morte violenta di Vittorio Vastarello ha comunque indebolito il clan numericamente nonostante sia in libertà il ras di maggior spessore: Patrizio Vastarella. Gli investigatori non escludono che fosse lui il principale obiettivo dei sicari del gruppo Genidoni-Esposito entrati in azione il 22 aprile scorso nel circoletto in cui i nemici di camorra giocavano a carte. L’irruzione e la sparatoria erano state ben studiate a tavolino ed è certo che qualcuno fece la spiata dando la conferma della presenza degli obiettivi all’interno. Ma Patrizio e il nipote Vittorio non c’erano quella sera; per quest’ultimo però il 31 agosto non c’è statoscampo. 

IL ROMA

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