martedì 3 novembre 2015

Casal di Principe. Killer di camorra condannati a risarcire il Comune

La camorra ha danneggiato l'immagine del comune di Casal di Principe. Il Tribunale di Napoli lo ha stabilito ieri con la sentenza del processo per l'omicidio di Giliberto Cecora, avvenuto il 16 marzo del 1994 a Casal di Principe. L'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Renato Natale, a maggio, si era costituita parte civile e ieri il giudice, a conclusione del procedimento di rito abbreviato, ha riconosciuto a favore dell'ente un risarcimento di 30mila euro, perché «l'omicidio di camorra commesso nel territorio comunale ha provocato un danno all'immagine dell'intero paese». È la prima volta che accade.

«Le condotte criminali hanno provocato danni inestimabili sia per l'ente che per ogni singolo cittadino che ancora oggi viene tacciato con il termine casalese utilizzato come sinonimo di camorra», è stato scritto nella costituzione di parte civile recepita dal giudice. L'omicidio di Cecora che era affiliato al clan dei Casalesi, maturò nell'ambito della faida tra il gruppo Giuseppe Quadrano, Nunzio Del Falco, Sebastiano Caterino, Mario Santoro ed il gruppo di Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. La contrapposizione criminale fu particolarmente cruenta non solo per il numero di morti ma anche per l'efferatezza di quelle morti. Cecora venne ucciso nella faida che aveva avuto inizio tre anni prima con l'assassinio di Vincenzo De Falco alias ‘O fuggiasco, ritenuto responsabile dal gruppo Schiavone – Bidognetti dell'operazione dei carabinieri passata alla storia come «blitz di Santa Lucia», del 13 dicembre 1990, che interruppe il summit della camorra a casa di Gaetano Corvino, allora assessore comunale.

L'omicidio di Cecora che era zio di Giuseppe Quadrano, killer poi di don Giuseppe Diana, ucciso il 19 marzo del 1994, venne immediatamente messo in relazione con l'uccisione del sacerdote, visto che don Diana si era rifiutato di celebrarne il funerale. Ieri la sentenza del rito abbreviato ha condannato Salvatore Cantiello e Giuseppe Dell'aversana a 30 anni mentre Domenico Bidognetti, Luigi Diana, Francesco Cirillo a nove anni e quattro mesi. Per tutti, il Tribunale sezione 24esima Gip, pm Cesare Sirignano e Maurizio Giordano, ha ordinato l'interdizione dai pubblici uffici ed il pagamento delle spese di giudizio. Per Walter Schiavone fratello di Francesco Schiavone alias ‘Sandokan, ugualmente imputato del reato di omicidio e detenzione di armi da fuoco, è ancora in corso presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il processo a rito ordinario. La prossima udienza si terrà il 18 novembre.

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