mercoledì 11 novembre 2015

Da Sant’Antimo al tricolore a passo di marcia e col sorriso, il trionfo di Vincenzo Verde

By Raffaele Silvestri

SANT’ANTIMO – Una passione nata da piccolo, quando a sette anni aspettava impaziente fuori casa un maratoneta amico di famiglia al termine dell’allenamento, e correva con lui gli ultimi metri con l’emozione di sentirsi un campione. E un campione, Vincenzo Verde, lo è diventato davvero. Nello sport e nella vita.

Dai primi allenamenti con “lo sceriffo” è stato subito chiaro che il piccolo Vincenzo sarebbe uscito fuori dagli schemi: nato in una famiglia di ciclisti, alle due ruote ha preferito i piedi, da far correre lungo l’asfalto quanto più a lungo possibile perchè, diceva l’amico allenatore, “il ragazzo ha il fisico del fondista, ha resistenza”. Ed allora le prime gare, le prime soddisfazioni, poi gli studi da infermiere, ed oggi – a 32 anni – è per la seconda volta campione d’Italia di marcia a squadre.

IL PASSAGGIO ALLA MARCIA – “Sono passato alla marcia quasi per caso, avevo un’infiammazione che non mi permetteva di correre bene, e per riprendere l’attività ho cominciato questa disciplina che ha un contatto più mordido con il suolo. Poi è scoccata la scintilla e non l’ho più lasciata”, ci racconta. Ma la marcia è una specialità tra le più dure, di quelle che o le ami o le odi. Vincenzo – che nell’ambiente è soprannominato “mister Green” – ha conquistato il suo secondo titolo in una competizione che lo ha visto protagonista in tre tappe: prima la 20 km su strada a Cassino, poi la 10 km su pista a Brusaporto ed infine ancora una 20 km, ad Ascoli. “Condivido il successo con i miei compagni di squadra della società Enterprise, Mirko Dolci e Teodorico Caporaso. Lottare contro i gruppi militari è difficilissimo, sono atleti preparati che marciano per lavoro, mentre noi dobbiamo ricavare il tempo per allenarci e per fare il nostro mestiere. Ci tengo a sottolineare che, in uno sport tecnicamente difficilissimo come il nostro, ho concluso tutte le gare senza nemmeno un’ammonizione o una proposta di squalifica. E sempre con il sorriso”.

LA LOTTA AL DOPING – Un sorriso, il suo, che lo rende facilmente riconoscibile ed apprezzato anche dallo staff della nazionale, con personaggi del blasone di Maurizio Damilano che non mancano di ricoprirlo di complimenti ad ogni gara. Verde è un atleta esemplare: innumerevoli i controlli antidoping, da cui è uscito sempre perfettamente pulito. “Sono allenatore, massaggiatore, nutrizionista e motivatore di me stesso, ma quando ho bisogno so che il mio amico “sceriffo” è sempre pronto a darmi un consiglio. Alleno anche un gruppo di ragazzini provenienti da famiglie in difficoltà, e questo mi da gioia e stimoli. La marcia negli ultimi tempi ha visto la sua immagine sporcata da brutti episodi, io con il mio impegno quotidiano provo a migliorarla”. Chiaro il riferimento alla squalifica per doping di Alex Schwazer, l’altoatesino che – a telefono con il proprio allenatore – per rassicurarlo sui sospetti sempre più incalzanti si difese con un “puoi fidarti di me, non sono mica napoletano”.

Ecco, Vincenzo Verde è napoletano. Santantimese, nello specifico. Gareggia e vince in maniera pulita, e col sorriso sempre stampato in faccia senza ricorrere a scorciatoie, anche quando la strada è in salita. Forza, mister Green.
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