lunedì 16 novembre 2015

Comandava il clan nonostante fosse in libertà vigilata, ordinanza per il super boss Francesco Mallardo. Il diktat agli affiliati: «Niente spaccio altrimenti sono guai»

di Antonio Mangione

GIUGLIANO. Comandava dal carcere nonostante fosse relegato al regime della libertà vigilata, operazione della Squadra Mobile nei confronti del super boss Francesco Mallardo, a capo della cosca egemone nel Giuglianese. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli si sono avvalse della collaborazione del pentito Giuliano Pirozzi ed hanno visto spiccare nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Eseguite diverse perquisizioni nella sua abitazioni a Sulmona. Grazie alle dichiarazioni dei pentiti ed ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è riuscito a ricostruire il ruolo di egemonia del boss nonostante fosse in restrizione della libertà personale. 
Mallardo conduceva una vita normale, guidava la macchina nonostante non avesse la patente ed aveva strumentalizzato la sua malattia al cuore per effettuare spostamenti per fasulle visite mediche, quando in realtà faceva viaggi per incontrare gli altri capi della camorra, come accaduto in Puglia, senza nessuna autorizzazione dell'autorità giudiziaria. 

Grazie ad intercettazioni, Mallardo simulava condizioni di salute precarie quando si recava in Commissariato per avere agevolazioni. Le indagini sono partite proprio dal momento in cui il boss Mallardo ottenne i domiciliari per le precarie condizioni di salute. "Appena usciì dal carcere prese le redini del clan", sottolineano i magistrati dando precise indicazioni ai magistrati. Una delle prime indicazioni date da Mallardo fu quella di vietare lo spaccio nel territorio giuglianese. 

Nelle conversazioni intercettare Mallardo parla di pestaggi, estorsioni, affari, riciclaggio, attentati, pagamenti degli stipendi e le dinamiche interne ai vari gruppi.

http://www.internapoli.it/

Nessun commento:

Posta un commento