giovedì 7 febbraio 2013

Clan Ferrara

di Maurizio Cerino

VILLARICCA - Un clan del secolo scorso. Che veniva considerato dormiente sia per la flessione dei «fatti di sangue», sia per il clima intimidatorio creato nella cittadina. Ma anche per il «profilo basso» che mantenevano gli affiliati, dai vertici all'ultimo dei «guagliuni». 

Basti pensare che il boss, Domenico Ferrara, a Villaricca non lo vedevano in strada da trenta anni E invece la cosca dei Ferrara-Cacciapuoti si è rivelata essere quantomai vitale. Soprattutto molto operativa, considerato che, negli ultimi anni il capo indiscusso, Domenico Ferrara, conosciuto meglio come «'o muccuso», affiancato, con pari dignità, dal cognato, Luigi Cacciapuoti, aveva esteso i propri interessi al più proficuo settore del traffico di stupefacenti, senza tralasciare appalti, usura e racket. 

Ieri, al termine di indagini lunghe quanto complesse, i carabinieri della seconda sezione del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dal capitano Giampaolo Brasili, con i colleghi della compagnia di Giugliano, con il capitano Francesco Piroddi, hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere a nove componenti del clan. L'inchiesta nelle sue battute finali si è rivelata estenuante per riuscire a localizzare e quindi arrestare Domenico Ferrara: i militari lo hanno trovato in un palazzone anonimo nelle immediate prossimità di casa sua.

Tutto il lavoro investigativo si poggia sulle dichiarazioni di un corposo numero di collaboratori di giustizia. Ventotto per l'esattezza, per ognuno dei quali il gip delegato ha tracciato i profili criminali, stabilendone l'attendibilità sulla base delle sentenze di condanna che, ciascuno per la propria parte di «confessioni» è riuscito a ottenere. Pentiti di grande spessore criminale: spicca fra tutti Carmine Alfieri, con un «attivo sentenze», ai collaboratori dell'ultim'ora, che nel pedigree contano solo un verdetto, ma non per questo meno importanti dei blasonati boss.

Sono in carcere, su disposizione del gip Alessandro Buccino Grimaldi: Luigi Cacciapuoti, 54 anni; Luigi Ciccarelli, 52 anni; Domenico Ferrara, 56 anni; Francesco Ferrara, 45 anni; Vittorio Maglione, 45 anni; Francesco Maglione, 53 anni; Pietro Montella, 48 anni, tutti di Villaricca; Domenico Ciccarelli, Mugnano, 41 anni e Claudio Miraglia, di Giugliano, 50 anni. 

Secondo quanto hanno vagliato i pm Alessandro Pennasilico, oggi procuratore capo a Torre Annunziata, e Cristina Ribera, dai racconti dei pentiti esce uno spaccato preciso della cosca: ciascuno degli affiliati, al di là dei due capi, ha un ruolo preciso. Per fare un esempio i pentiti hanno affermato che «Vittorio e Francesco Maglione sono due dei responsabili della droga, hashish e cocaina in particolare, insieme con Luigi Ciccarelli, insospettabile esperto anche in cavalli di ritorno e rapine. Ma – proseguono le dichiarazioni di correità - si tratta di bracci operativi. Della gestione della droga, dietro di loro, quali quotisti di puntate, vi sono sempre Domenico Ferrara e Luigi Cacciapuoti, ovvero i capi del clan».

Ed ecco i meccanismi del narcotraffico. Lo spiega un pentito, un tempo affiliato al clan di Villaricca, settore droga, per l’appunto. 

«Si tratta di un finanziamento indiretto, un vero e proprio sistema a circuito chiuso. Tutti i grossi commercianti, legati da vincoli parentali o economici ad esponenti del clan Ferrara-Cacciapuoti, corrispondono somme , spesso fondi al nero, e le consegnano ad un personaggio, persona con una particolare posizione nel clan e che, quindi, gode di rispetto e di prestigio sul territorio. Spesso si tratta di Claudio Marsiglia, ben inserito nell’importazione di hashish dalla Spagna. Viene raccolta la somma che ammonta ogni volta a più di un milione di euro; si organizza il viaggio, di solito uno ogni tre mesi, talvolta anche prima se si hanno i soldi. Arrivato il carico, gli addetti allo smistamento si preoccupano di distribuirlo a coloro che cureranno lo spaccio al minuto sul territorio; a volte il carico è già tutto prenotato, altre ne residuano 40-50 chili: in questo caso la droga va in un deposito: Marsiglia spesso ha scaricato l’hashish proprio nei pressi della nuova caserma dei carabinieri di Villaricca, dove una volta i militarono sequestrarono 50 chili, o a Città Mercato. 

Questa droga è «l’appoggio» che viene pagato e ci si serve di insospettabili, quali persone anziane o disoccupati incensurati cui si corrisponde una somma di circa trecento euro a settimana».
http://www.ilmattino.it

I Ferrara - Cacciapuoti e il vincolo di sangue
VILLARICCA. Il clan camorristico Ferrara – Cacciapuoti a Villaricca era, fino ad ieri, guidato da Domenico Ferrara, detto o ‘muccuso, e dal cognato Luici Cacciapuoti. Un’organizzazione malavitosa basata sul vincolo di sangue. Sono pochissimi gli affiliati appartenenti a questa cosca che non hanno vincoli parentali. Il blitz di ieri è il finale di un indagini durata nel tempo e messa in atto grazie alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, che hanno consentito di accertare l’esistenza di un solido sistema di gestione del traffico di sostanze stupefacenti con il meccanismo delle cosiddette “puntate” per l’acquisto dei quantitativi di droga dalla Spagna. Soldi che poi venivano investiti in attività commerciali e nelle costruzioni. Il complesso dell’attività investigativa ha consentito di tracciare l’organigramma del gruppo investigato. 

La cosca Ferrara Cacciapuoti Al vertice vi sono Domenico Ferrara - l’individuazione e l’arresto del quale è avvenuto grazie agli stringenti controlli svolti dai carabinieri al fine della esecuzione della misura cautelare e Luigi Cacciapuoti, che risultano, pertanto, avere funzione di organizzatori e capi dell’ organizzazione; vi è poi un gruppo dei cosiddetti personaggi composto, quanto meno, da Francesco Ferrara (cuginodel capo clan Domenico Ferrara), Filippo Cacciapuoti (fratello dell’altro capo clan Luigi Cacciapuoti), i fratelli Vittorio e Francesco Maglione, nonché Domenico Ciccarelli, i quali risultano aver costituito il principale anello di congiunzione tra gli affiliati ed i vertici del gruppo. Vittorio Maglione e Claudio Miraglia risultano poi aver gestito, per conto del clan, traffici di sostanze stupefacenti, avvalendosi di numerosi altri affilati, quali Luigi Ciccarelli, ed altri fiancheggiatori. 

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno fatto luce sui saldi legami della cosca a livello politico ed amministrativo. «Il clan dominava in maniera incontrastata nel Comune di Villaricca, all’uopo usufruendo di saldi legami a livello politico ed amministrativo ed agendo in particolare nei settori della esecuzione di capillari azioni di matrice estorsiva in danno dei soggetti produttivi operanti nel territorio di riferimento (anche sotto la forma del cd. cambio assegni, ossia della imposizione della immediata monetizzazione di titoli di credito di riscossione futura ed incerta), del reimpiego nell’attività edilizia (in ogni caso sottoposta nell’indicato Comune al rigido ed esclusivo controllo da parte degli esponenti di vertice del medesimo gruppo Ferrara - Cacciapuoti) ovvero in altre iniziative economiche lecite (quali la gestione di concessionarie di autoveicoli, di strutture ricettive, di distributori di carburanti e di lavanderie industriali), segnatamente a mezzo di prestanome, dei proventi derivanti dalle condotte precipuamente criminose poste in essere dagli affiliati a tale gruppo, della perpetrazione di azioni usurarie, del maneggio di armi da sparo anche da guerra e - a partire dai primi anni di questo secolo - del traffico di sostanze stupefacenti” scrivono i magistrati nel provvedimento». 

Capi e gregari incastrati da 28 pentiti Ventotto collaboratori di giustizia di dieci clan diversi. Ex capi e gregari delle organizzazioni malavitose di Napoli e provincia e di Caserta che negli anni hanno ricostruito l’organizzazione criminale che opera su Villaricca e su Marano. Si tratta di Carmine Alfieri, ex capoclan; Massimo Amatrudi (Casalesi); Domenico Bidognetti (Casalesi); Pasquale Cervetta (Nuvoletta); Giovanni Chianese (Pianese-De Rosa); Fiore D’Avino (Alfieri); Dario De Simone (Casalesi); Alfonso Diana (Casalesi); Luigi Diana (Casalesi); Biagio Di Lanno (Polverino); Angelo Ferrara (Moccia); Angeloantonio Ferrara (Casalesi); Raffaele Ferrara (Casalesi); Tommaso Froncillo (Mallardo); Pasquale Galasso (Alfieri); Luigi Guida (Casalesi); Salvatore Izzo (Polverino); Salvatore Laiso (Casalesi); Salvatore Lo Russo (Lo Russo); Giovanni Mola (Casalesi); Andrea Parolisi (Scissionisti di Secondigliano); Roberto Perrone (Polverino); Giovanni Piana (Scissionisti di Secondigliano); Maurizio Prestieri (Scissionisti di Secondigliano); Carmine Schiavone (Casalesi); Luigi Sequino (Casalesi); Salvatore Speranza (clan Nappo di Qualiano) e Domenico Verde (Polverino). I ventotto collaboratori di giustizia hanno riferito sull’esistenza e l’operatività del clan FerraraCacciapuoti di Villaricca.
http://www.internapoli.it





Nessun commento:

Posta un commento