sabato 1 dicembre 2012

Clan Pianese - Il pentito D'Alterio: ecco gli affari del clan

QUALIANO. Prime dichiarazioni del neo pentito Bruno D’Alterio, fratello di Raffaella e cognato del defunto boss Nicola Pianese. Risale a settembre uno dei primi interrogatori del collaboratore di giustizia che ha ricostruito gli affari illeciti della cosca e gli accordi coi Mallardo di Giugliano. “I rapporti tra i clan di Qualiano e di Giugliano sono sempre, almeno apparentemente, stati buoni - si legge nei verbali -. Tuttavia, come succede per ogni clan esistente il limite territoriale, nel senso che ogni attività illecita e in particolare le estorsioni devono essere fatte dal clan che ha influenza sul territorio. Pertanto, questa regola, valida coi giuglianese comporta che per eventuali lavori fatti su Qualiano da esponenti del clan Mallardo, anche questi devono pagare la tangente e viceversa, anche se in questi casi si un occhio di riguardo”.

Poi sui rapporti coi Mallardo è chiaro: “In merito alla posizione dei giuglianesi nella guerra tra i De Rosa e i D’Alterio, pur avendo questi detto di non essere interessati alla faida e di non volersi schierare, io credo che, in realtà, aiutavano i De Rosa. I messaggi venivano inviati dai De Rosa tramite i Mallardo”. La gestione e l’acquisto della droga “veniva acquistata direttamente dai Mallardo la cocaina, che forniva lo stupefacente”. Poi sulle estorsioni ha raccontato che c’era un gruppo che effettuava dei controlli sul territorio e il loro compito era quello di ‘prelevare’ i soldi dai cantieri, e chi, invece, si rifiutava di pagare, il ‘gruppo’ doveva bloccare i lavori.

Rapporti tra i clan anche nelle dichiarazioni di Chianese. A raccontare i collegamenti tra il clan di Qualiano e i Mallardo fu anche il pentito Giovanni Chianese:“Il clan di De Rosa era strettamente in contatto con i Mallardo attraverso Biagio Micillo”, afferma il pentito in un verbale che ricorda come sia stato in contatto con la cosca di Giugliano per un’estorsione relativa alle opere di realizzazione di un edificio situato a Qualiano. “Dopo la morte di Sarappo e l’arresto di Paride De Rosa, nel marzo del 2008, il controllo del settore delle estorsioni era controllato dal clan Pianese-D’Alterio (ciò durò fino al maggio del 2008 in quanto il 6 giugno del 2008 furono tutti arrestati), pertanto anche l’estorsione di questo fabbricato era gestita dal clan Pianese-D’Alterio. In questa occasione l’estorsione fu gestita attraverso l’intermediazione di Micillo poiché l’impresa che costruiva era riferibile ad uno dei fratelli di Dell’Aquila”.

Criterio della territorialità. Secondo Chianese i clan rispettano il criterio della territorialità dei gruppi criminali, viene sempre corrisposta una somma per l’effettuazione di lavori o investimenti al clan operante nell’area dove l’investimento deve essere realizzato o il lavoro eseguito. Nel caso specifico, inoltre, il clan D’Alterio-Pianese si trovava anche in condizioni economiche disagiate a causa della crisi economica e dei continui sequestri ai cantieri edili, circostanza questa conosciuta anche dal clan Mallardo, per cui gli esponenti ritennero di andare incontro corrispondendo una somma in relazione alla realizzazione dello stabile. Insomma una sorta di accordo che prevedeva una delega da parte della cosca di Giugliano delle estorsioni su Qualiano. E dopo gli arresti dei mesi scorsi si potrebbe aprire un nuovo scenario, con i Mallardo pronti a gestire direttamente il business del racket. (M.F. Cronache di Napoli)
 

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