venerdì 28 dicembre 2012

Arrestato il superlatitante dei «girati» Antonio Leonardi

SCAMPIA. Venti uomini per braccarlo, praticamente la punta di diamante del commissariato Vicaria-Mercato, oltre alla sezione catturandi della Squadra mobile della Questura di Napoli, guidata da Luigi Merolla. Lo braccavano da almeno quattro giorni. La trappola è scattata ieri sera a due passi dall’hotel Mercure di piazza Garibaldi, in via Ricciardi, in un appartamento al terzo piano. È finita la latitanza anche per Antonio Leonardi, 52enne iscritto dal Viminale nell’elenco dei quattro super-ricercati nell’ambito della faida di Scampia. Ne restano da prendere solo tre. E prima o poi arriverà anche per loro il tempo. Cinque giorni di appostamenti, per trovare la conferma. I poliziotti - il merito va dato tutto - si sono dati i turni anche la Vigilia e il giorno di Natale per stringere il cerchio intorno a quest’uomo, il cui nome e la cui foto sono tutto sommato comparse tardi nel super-elenco delle primule rosse dei super-latitanti di camorra, e che - invece - a quel che sembra pare sia il vero artefice della faida sanguinosa scatenata dai clan in lotta per il controllo del mercato degli stupefacenti nei quartieri settentrionali del capoluogo campano. La trappola è scattata seguendo i passi di sua moglie, che condivideva con il marito questo modesto appartamentino che per l’occasione era stato diviso in due alla Ferrovia. Il proprietario, un anziano (che aveva precedenti per droga) e sua moglie (le loro generalità non sono state ancora rese note) è in stato di fermo: verrà arrestato in nottatata con l’accusa di favoreggiamento. È stato infatti seguendo i movimenti della donna, che andava a fare la spesa ieri mattina e che - pare - avesse acquistato numerose buste di alimenti in vista della Vigilia del Capodanno, che i poliziotti diretti dai primi dirigenti della Mobile Ferdinando Rossi e del titolare del commissariato Vicaria Mercato hanno avuto conferma che al terzo piano di quell’anonimo stabile di via Giuseppe Ricciardi si nascondesse il super-ricercato. Seguendola, gli agenti sono riusciti a fare irruzione nel covo. Un rifugio modesto. Una camera da letto che disponeva solo di una branda a due piazze, di un frigorifero e di un paio di mobili. Leonardi non era armato. Alla vista dei poliziotti si è limitato a dire: «Sono io la persona che state cercando». Cade così una delle teste pensanti, forse la più raffinata, tra quelle dei latitanti di camorra ricercati per la faida di Scampia. Gli pendono addosso due accuse molto pesanti: associazione per delinquere di stampo camorristico finalizzata al traffico di droga. Ma gli inquirenti della Dda sanno bene che lui è uno dei principali protagonisti della nuova faida. Leonardi è considerato infatti uno dei capi del gruppo della Vannella Grassi: è amico da sempre di Paolo Di Lauro, e - seppur tra alterne vicende che gli hanno consentito di barcamenarsi in questa tragica parentesi di fatti che si stanno alternando tra Secondigliano e Scampia - quell’amicizia pare non l’abbia mai tradita. Il boss era ricercato dal 15 ottobre scorso. Nelle prossime ore Leonardi - detto “Chiappellone” - verrà interrogato dal gip. Difficile ipotizzare l’atteggiamento che assumerà, anche se sono in molti a giurare che difficilmente potrà decidere di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia. Intanto ieri sera - alla notizia della sua cattura - sono giunti al questore Merolla i messaggi del ministro della Giustizia, Paola Severino, e del procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, che si sono complimentati per l’arresto. «La cattura di Leonardi - ha dichiarato il ministro Paola Severino - è un fatto importantissimo che rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta alla guerra di camorra di Scampia».
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