martedì 22 maggio 2012

Pioggia di arresti nel clan dei Casalesi

Durissimo colpo inferto ieri al clan dei Casalesi. In due diverse operazioni anti-camorra sono stati eseguiti 28 arresti tra Campania, Puglia, Toscana e Veneto. La direzione antimafia distrettuale di Napoli ha inoltre emesso 15 ordinanze di custodia cautelare contro il gruppo di Elio Diana, cugino di Francesco Schiavone detto “Cicciariello”, a sua volta cugino del boss dei Casalesi. Alle persone arrestate, tra Campania e Toscana, sono stati contestati vari reati, tra cui associazione di stampo camorristico, estorsione e ricettazione.
LE NUOVE LEVE – Le persone coinvolte, tra la Campania e la Toscana, sarebbero un gruppo di giovani massimo trentenni cui il boss Diana, dal carcere, avrebbe indicato le vittime cui andare a chiedere il pizzo. I carabinieri hanno precisato che «le indagini hanno permesso di accertare che il clan dei Casalesi, oltre al sostentamento finanziario e legale degli affiliati arrestati, è in grado, nonostante l’assidua e costante azione di contrasto con numerosi arresti e sequestri patrimoniali, di colmare i vuoti operativi venutisi a creare con il rapido reperimento e impiego di nuove leve».
IL BANCARIO VENETO – In Campania, Puglia e Veneto, le forze di sicurezza hanno anche operato altri 13 arresti in coordinamento con la polizia della questura di Venezia e sono riusciti a fermare alcuni napoletani ritenuti vicini alla camorra, un funzionario di banca e il patron del San Donà Calcio. Le indagini avrebbero fatto venire alla luce un patto criminale tra un funzionario di banca di Caorle, in provincia Venezia, un imprenditore e diversi pregiudicati di Napoli e Casal di Principe. Il bancario avrebbe anche riempito ben quattro assegni, sottratti al Banco di Napoli, per un ammontare di ben 4 milioni di euro.
PICCHIATO UN PRESIDENTE DI CALCIO – Il patron del San Donà calcio si sarebbe accordato con il bancario per il pagamento degli stipendi ai calciatori e per le sponsorizzazioni 2010-2011. Il bancario avrebbe dovuto fornire al presidente ben 10 assegni per un importo di 970.000 euro. Il numero uno del club veneto però non avrebbe mai incassato tale somma e per questo motivo otto camorristi lo avrebbero picchiato e sequestrato chiedendogli un milione di euro come risarcimento del mancato esito dell’affare. Ora gli arrestati sono accusati di estorsione aggravata, porto d’armi da sparo, truffa, lesioni gravi, falso e ricettazione, tutti reati commessi con l’aggravante delle modalità mafiose.

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