sabato 15 gennaio 2011

Malavita Napoletana. Boom di fan su Facebook

GIUGLIANO. Oltre sessantatremila fan e la notizia finisce al Tg5 e su un quotidiano veneto. I fan aumentano ogni giorno: la camorra fa adepti anche su Facebook. La pagina “Malavita napoletana”, scrive il Gazzettino, è stata aperta solo a settembre, ma è piena di commenti. Gli iscritti sono uomini e donne, adulti e adolescenti, ma soprattutto trentenni. L’amministratore è anonimo. Noto solo luogo geografico di provenienza, Giugliano, città nota per i record delle illegalità, tra rifiuti e abusi edilizi. Ma potrebbe trattarsi solo di un riferimento “culturale”. Dopo che ieri un servizio del Tg5 sulla pagina ne ha annunciato la prossima chiusura da parte della polizia postale gli utenti hanno iniziato a preoccuparsi: “Mica pensano che siamo tutti camorristi?”, anno scritto in bacheca. E probabilmente davvero non sono tutti camorristi. Ma tra loro, da quanto risulta alla polizia, ci sarebbero molti rapinatori. Non solo fan, quindi, ma anche emuli dei boss.

Napoli, fan della camorra su Facebook: 61mila adesioni: scoppia la polemica.


NAPOLI (6 gennaio) - Un bambino che impugna una pistola è l’immagine del profilo della pagina «Malavita napoletana» che è diventato un fenomeno di costume con oltre 62mila iscritti. E più se ne parla, più sulla pagina di Facebook cresce il numero delle persone che gradiscono il link del profilo, visibile a tutti, anche ai non iscritti. Basta cliccare sulla scritta «mi piace» per infoltire la quantità dei partecipanti.
Solo nella giornata di ieri la pagina, aperta a settembre scorso, ha registrato quasi un migliaio di nuove adesioni. Nel frattempo, sulla bacheca fioccano i commenti. Si era parlato anche di un oscuramento della pagina da parte della polizia postale.
Ma la polizia sull’argomento preferisce non entrare, anche se è chiaro che quanto avviene in rete viene monitorato, anche alla luce di recenti inchieste scattate grazie a quanto gli inquirenti avevano captato su internet e da strani messaggi. La rete è frequentata spesso anche da rapinatori, insomma, ben oltre i fan dei boss.
Nel corso della giornata inizialmente i sostenitori discutono dei servizi lanciati dai mass media che pubblicizzano le loro gesta, beandosi del successo. Poi, in serata quando comincia a girare il link del servizio trasmesso dal Tg 5 i sostenitori di «malavita napoletana» si arrabbiano nell’apprendere che addirittura si parla di chiusura della pagina. Ovviamente, l’idea di una possibile censura non piace.
«Mica pensano che siamo tutti camorristi?», scrivono in bacheca. Il più preoccupato è l’amministratore della pagina, che chiede ai suoi amici di pubblicare il video. Il dibattito si infiamma. Non mancano le accuse di chi deve aver visto il telegiornale. «Finalmente hanno capito che siete una banda di pazzi. Così la smettete di esaltare la criminalità», tuonano.
Poi, dai protagonisti arriva una considerazione più seria: «Con tutti i guai che ci stanno, pensano proprio a noi».
Certo su Fb si scherza, ma anche no e il malcapitato visitatore si imbatte in un catalogo di immagini di violenza, trailers di film sulla camorra e sulla mafia, inni alla sopraffazione, note sulla possibilità di fare soldi in maniera facile. Ma anche in sfottò e liti. È ovviamente rara la condanna ai comportamenti illegali.
Ci si diverte, comunque. Erano poco più di diecimila a ottobre scorso, sono diventati ventimila a novembre e aumentano sempre di più. L’amministratore della pagina, cioè colui che l’ha creata, resta anonimo. Viene dichiarata solo il luogo geografico di provenienza, ma potrebbe essere quello reale o anche solo un riferimento «culturale». In ogni caso, si tratta di Giugliano, la città nota per detenere i record delle illegalità, tra scarichi di monnezza e abusi edilizi.
In rete si collegano moltissimi napoletani, ma intervengono nelle discussioni anche romani, siciliani e toscani. Sono uomini e donne, molti sono adolescenti, ma ci sono anche parecchi adulti, in maggioranza trentenni. «Quando mi è arrivato l’invito l’ho accettato, ero curioso di vedere di che cosa si trattasse, ma partecipo poco alle discussioni», dice Luca Sena, 25 anni, di Potenza. Finora il passaparola tra gli internauti è stato formidabile, ma da quando del fenomeno si sono interessati i mass media, la curiosità è cresciuta ancora di più...

Camorra su Facebook, la Polizia postale:«Web usato per lanciare messaggi»


NAPOLI (7 gennaio) - «La camorra ha imparato ad utilizzare Facebook e i social network anche per trasmettere messaggi in codice e profili particolarmente affollati possono essere un ottimo sistema per mimetizzarsi». Andrea Rossi è capo compartimento della polizia postale, la linea di fronte più avanzata contro i reati on line. Ilprofilo Fb «Malavita napoletana» con gli oltre 62mila iscritti ha fatto immediatamente scattare un serrato monitoraggio da parte degli inquirenti non escludendo un intervento diretto.

«Purtroppo questo caso non è l’unico del genere - continua Rossi - chi fonda gruppi di questo tipo conta sull’effetto reazione. Circa la metà dei contatti è di segno negativo. Persone che condannano il principio ispiratore del profilo ma fanno il gioco di chi l’ha creato. Ci sono poi i provocatori che spesso travalicano il buon gusto e, inevitabilmente, ci possono essere anche i malintenzionati».

L’ipotesi di oscurare la pagina «Malavita napoletana» passa attraverso i controlli che sono attivati. «In un anno abbiamo ricevuto ventimila mail di segnalazioni e quasi millecinquecento denunce. Quando, poi, ci sono casi eclatanti, come può essere questo, le segnalazioni arrivano anche a duecento in pochissimi giorni. La nostra attività è vagliarle con attenzione per verificare quelle corrette. Va detto che la collaborazione con i social network è positiva. Il primo passaggio è la segnalazione ai responsabili dei siti e, al di là della libertà di espressione, si procede rapidamente all’oscuramento. L’odio razziale o il furto di identità sono reati per cui si procede più rapidamente. Per i casi importanti si attivano procedure internazionali».

Oscurare un profilo Facebook richiede, infatti, un iter particolarmente complesso. Non è facile intervenire per bloccare pagine e siti su internet. In particolare, per rimuovere le pagine di Facebook, è necessario agire tramite rogatoria internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura..

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