sabato 20 novembre 2010

Preso il boss Iovine, duro colpo ai Casalesi

CASAL DI PRINCIPE. Un duro colpo alla camorra è stato sferrato nel pomeriggio dalla Polizia. Il boss super latitante del clan dei casalesi, Antonio Iovine detto ‘o ninno, è stato catturato dalla Squadra Mobile di Napoli a Casal di Principe in Via Cavour. La notizia è stata battuta dall'Ansa. Secondo la principale agenzia di stampa nazionale, Antonio Iovine non ha opposto resistenza quando i poliziotti della squadra mobile di Napoli, di Caserta e del Servizio centrale operativo lo hanno immobilizzato. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, il boss del clan dei Casalesi - al vertice assieme a Michele Zagaria - e' stato arrestato in un'abitazione di Casal di Principe appartenente ad una persona che lui frequentava. All'abitazione gli investigatori sono arrivati grazie ad un complesso lavoro fatto di pedinamenti e di accertamenti sulle persone piu' vicine al boss. Antonio Iovine era latitante da 14 anni. Condannato all'ergastolo nel 2008 nel maxi processo Spartacus. Era lui fino ad oggi il capo del clan dei Casalesi. Era inserito nell'elenco dei 30 piu' pericolosi latitanti d'Italia, assieme - tra gli altri - a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra; Michele Zagaria, dei Casalesi; gli 'ndranghetisti Sebastiano Pelle e Domenico Condello; il bandito Attilio Cubeddu, coinvolto nel sequestro Soffiantini e fuggito nel 1997 dal carcere dove era detenuto. (fonte: Ansa)

Antonio, «'o ninno», era il prediletto del boss Sandokan (Francesco Schiavione ), quindi il «tigrotto» della camorra su cui Schiavione contava di più. Antonio Iovine era insomma il «delfino» dei Casalesi. Una serie incrociata di fidanzamenti testimonia i legami tra i due: la figlia di Antonio Iovine , Filomena (Milly) si è fidanzata con Ivano Schiavone, figlio di Sandokan; la figlia della sorella di Iovine, Filomena Fontana, si è unita con Paolo Schiavone, figlio di Cicciariello; la figlia di Rosanna De Novellis e di Carmine Iovine, anche lei Filomena (Filly) è infine stata fidanzata con Carmine Schiavone, un altro figlio di Sandokan.

IL SODALIZIO CON ZAGARIA - Antonio Iovine è legato da un patto di ferro e di amicizia a Michele Zagaria, l'altro superlatitante dei Casalesi.

SAN CIPRIANO, UN BORGO PER DUE BOSS: IOVINE E ZAGARIA - A San Cipriano ha la sua origine anche la famiglia Bardellino che ha avuto in Antonio il suo «leader maximo» e proprio da lui e dal suo amico Mario Jovine, i due hanno imparato come scalare i vertici della malavita e a evitare la polizia anche se a volte — per dimostrare la propria potenza — si facevano vedere a spasso per le strade del paese. Entrambi sono nati a San Cipriano, il centro nel quale nel 1988 venne assaltata la caserma dei carabinieri perché i militari avevano avuto «l’ardire» di arrestare un ragazzo durante la festa patronale. San Cipriano è collegato a Casal di Principe e a Casapesenna. I tre centri casertani non hanno soluzione di continuità tanto che negli anni Trenta ne si fece un solo Comune: Albanova.

CALCESTRTUZZO E COCAINA - Zagaria proviene da una famiglia di imprenditori edili, uno dei fratelli è il titolare di una ditta affermata ancor prima della sua entrata nei clan. E proprio il cemento è stata la leva della sua escalation: Tav, controllo della vendita del calcestruzzo, e, ma solo all’inizio, traffico di rifiuti tossici e pericolosi. Iovine e Bardellino avevano aperto la strada del Sud America per il traffico della cocaina, Zagaria e Iovine l’hanno fatta diventare un’autostrada. Bardellino e Iovine avevano inventato una «cupola» che ha fatto definire la camorra casalese «cosa nostra napoletana»; Zagaria e Iovine hanno fatto diventare l’organizzazione una grande multinazionale.

UNITI DA SCHIAVONE - Tutti e due legati a Francesco Schiavone che per anni è stato il parafulmine delle inchieste proprio perché ha sempre amato partecipare direttamente alle azioni. Così sono riusciti a mimetizzarsi evitando vendette, attentati, omicidi nel territorio di residenza. Tutti i loro reati avvenivano lontano da casa: persone sciolte nell’acido, traditori fatti sparire nei pilastri di cemento, avversari liquidati a suon di mitraglietta.

GLI APPALTI PUBBLICI - Appalti pubblici e speculazione hanno fatto guadagnare cifre da capogiro. Solo per i Regi Lagni sono stati spesi mille miliardi delle vecchie lire (arrivati dai fondi del terremoto). Con tanti soldi l’orizzonte si è allargato alla Spagna, alla Francia e poi all’est Europeo dove prima in Cechia e Slovacchia, poi in Romania, Bulgaria, Romania. Qui i casalesi hanno riciclato masse ingenti di denaro. Hanno tanti soldi le organizzazioni di Iovine e Zagaria da non costituire un problema se qualcuno chiedeva loro 20 milioni di euro per comprare la Lazio.

L'INVETTIVA DI ROBERTO SAVIANO - Antonio Iovine è tra i boss della camorra di cui racconta Roberto Saviano nel libro Gomorra. Nel settembre 2006, dal palco di una manifestazione organizzata in piazza, proprio a Casal di Principe, accusò pubblicamente i boss. Facendo i nomi: «Michele Zagaria e Antonio Iovine, avete rovinato questa terra, andatevene». Dopo quest'invettiva, l'autore di Gomorra ricevette le minacce dalla camorra che oggi lo obbligano a vivere scortato.

articolo tratto da corriere.it - 17/11/2010

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