sabato 13 novembre 2010

Fiancheggiatori di Setola, 1.500 euro al mese per i 'covi'

GIUGLIANO. Mille e Cinquecento euro al mese per mettere a disposizione casa e viveri a uno dei latitanti piu' pericolosi degli ultimi dieci anni, Giuseppe Setola, e ai suoi affiliati. Tanto pagava il clan dei Casalesi alle cinque donne arrestate questa mattina dai carabinieri di Caserta per favoreggiamento aggravato alla camorra del gruppo Setola. Oltre a loro sono finiti in carcere anche altri fiancheggiatori del clan. 

In tutto sono 13 persone. Si tratta di Francesco Cerullo, 50 anni di Casal di Principe, Paolo de Crescenzo, 28 anni di Castelvolturno, Michele Paone, 38 anni di Casal di Principe, Nunzio Sauchelli, 37 anni di Castelvolturno, Giuseppe Alioto di 68 anni di Giugliano in Campania e la figlia Luminista di 29 anni, Antonietta La Perutra, 29 e Anna Maffeo di 39, entrambe di Piscinola, Assunta Piccolo di 45 anni di Qualiano, Raffaele Tamburrino, 41 anni di San Marcellino, Anna Maria Segno di 33 anni di Castelvolturno, Massimo Alfiero di 38 anni di Casal di Principe e Giuseppe Guerra di 42 anni di San Marcellino. 

Le indagini sono nate dal ritrovamento di una sorta di arsenale in villette di Varcaturo, sul litorale domitio, il 30 settembre del 2008, giorno della cattura di Oreste Spagnuolo, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia, componenti del gruppo di fuoco del killer Giuseppe Setola responsabile della strage degli immigrati a Castelvoturno del 18 settembre dello stesso anno. Non solo. Gli inquirenti si sono basati anche sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia: Emilio Di Caterino, Spagnulo, Salvatore Fasano, Giovanni Mola, Giuseppe Gagliardi, Luigi e Francesco Diana. Questi hanno ricostruito gli spostamenti degli affiliati. 

L'accusa per i 13 arrestati e' quella di aver fornito ospitalita' in diverse circostanze a Setola, Letizia, Cirillo e Spagnuolo che utilizzavano appartamenti intestati in maniera fittizia agli indagati; di aver favorito la disponibilita' di abitazioni in cui si tenevano riunioni tra gli affiliati e di essersi intestati mezzi che utilizzava il gruppo di fuoco. Sauchelli, Paone, Guerra, De Crescenzo e Alfiero sono accusati di aver custodito armi (3 fucili d'assalto, 2 kalashnikov, un fucile a pompa, 7 pistole semiautomatiche, tutti con munizionamento) che appartenevano a Setola e ai suoi. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, "o'cecato" subito dopo la fuga dall'ospedale di Pavia nell'aprile del 2008 venne ospitato in appartamenti intestati a Pasquale e Luminista. Nei mesi successivi, si sarebbe reso responsabile di 18 omicidi.

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