domenica 24 luglio 2016

Vanella Grassi, incubo della faida interna al clan. Ecco chi è il nuovo boss

SECONDIGLIANO. Gli investigatori stanno cercando di capire cosa si muove all’interno del mondo criminale della zona di Napoli Nord dopo gli scossoni dei mesi di maggio e giugno culminati con l’arresto del boss fantasma Umberto Accurso della Vanella Grassi e dopo i recenti fatti di sangue con “stese” nella zona di Secongliano ma anche il clamoroso ferimento del giovane “erede al trono degli scissionisti” avvenuto a Melito in cui persero la vita due suoi affiliati. Il pentimento di Carlo Lo Russo sta contribuendo a fare luce sulle nuove alleanze criminali nella zona a Nord di Napoli con la famiglia Licciardi della Masseria Cardone guidata da Maria e dal nipote Pierino e poi i “Girati” o ex della Vanella Grassi e gli Amato-Pagano confinati a Melito. Se da un lato i Licciardi e gli “spagnoli” non sembrano avere problemi di leadership il problema esiste eccome nel tormentato gruppo della Vanella. Senza più un leader il gruppo, che negli ultimi anni dal centro di Secondigliano (via Dante, corso Italia e vico Lungo Ponte) si è allargata al Lotto G di Scampia e nei vicini comuni di Casavatore e Qualiano, è alle prese con un vivace nuovo ricambio generazionale. Il ceppo principale nato in mano al boss Salvatore Petriccione ( totor ‘o marenar) e poi ai suoi nipoti (Antonio Mennetta, Rosario Guarino, ora pentito, Fabio Magnetti, Antonio Accurso, anch'egli pentito e per ultimo Umberto Accurso), ora sarebbe nelle mani di un noto pregiudicato del rione Berlingieri, parente di Carmine Grimladi ‘o bombolone, ucciso nel 2007 a San Pietro a Patierno. Questa riorganizzazione però non è piaciuta alla base tanto che nelle scorse settimane un gruppetto della zona del Perrone avrebbe reclamato più spazio e autonomia e dando vita alle due “stese” costate il ferimento della ragazza affacciata al balcone di casa al Corso Secondigliano e quella del miracoloso mancato ferimento di una mamma e della sua piccola che erano in auto in piazza Di Vittorio. E poi ci sono stati gli spari contro l’auto di Mariano Aporta, fratello di Domenico ucciso nello scorso ottobre a San Pietro a Patierno in un agguato nel corso del quale lo stesso Mariano riuscì miracolosamente a salvarsi. Ora un nuovo segnale contro di lui con gli spari nella sua auto in via Cupa Santa Cesarea alla Mianella. 

METROPOLIS

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