domenica 24 luglio 2016

«Ecco chi faceva parte del gruppo di fuoco». Il pentito fa i nomi dei killer: prendevano 5mila euro

NAPOLI. Il terremoto giudiziario che sta per scatenarsi dai racconti del boss neo pentito Carlo Lo Russo è appena agli inizi. L’ultimo della famiglia degli storici “Capitoni” di Miano in ordine di tempo a passare dalla parte dello Stato, dopo i fratelli Salvatore e Mario, ha raccontato agli investigatori tutto quello che è accaduto negli ultimi due anni nella geografia criminale non solo nell’area a Nord di Napoli, ma anche tutti i rapporti con gli altri clan della provincia e della città.

Ha fatto i nomi degli insospettabili, dei killer, di tutti quelli che erano sulla “busta paga” del clan ogni mese. Un fiume in piena insomma. Carlo Lo Russo ha spiegato alla Dda come funzionava la sua “holding criminale” da oltre 100mila euro al mese di spese. In primo luogo circa 40 detenuti da mantenere a 1500 euro al mese. Solo Antonio Tipaldi e Antonio Lo Russo, figlio del fratello Giuseppe, prendevano 2mila euro a testa perché accusati del duplice omicidio Manzo e D’Amico. Poi c’erano le vedove come quella di Domenico Raffone (il genero ucciso da Fabio Cardillo) alla quale andavano 2mila euro al mese. Agli affiliati invece toccavo lo stipendio di 1500 euro al mese anche se come ben sapeva il boss in molti “arrotondavano con i fuori mano” sulla vendita di droga. E poi c’era la batteria di killer. E a tale proposito ecco cosa dice su Luigi Cutarelli in carcere da tre mesi per essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Pasquale Izzi.

Ecco il racconto del boss: “…Luigi Cutarelli, ne ho già parlato, è un mio affiliato, è un killer ed inoltre preposto alle piazze di droga del Don Guanella. Prendeva più degli altri. All’inizio 500 o 600 euro a settimana. Mangiava quasi tutte le sere a casa mia, stava sempre con me, lo tenevo in considerazione perché avevo saputo da Lellé omissis omis- sis. Capì subito che era un ragazzo valido e me lo misi subito al mio fianco. È uno che spara. Sotto la mia direzione ha fatto diversi omicidi di cui ho già parlato in altro verbale…”. Ai killer spettava la “mesata” di cinquemila euro al mese. E in fine ci sono i guadagni del boss, di suo figlio Vincenzo e del nipote, ora latitante, Vincenzo Lo Russo ‘o signor.

FONTE: IL ROMA

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