sabato 2 luglio 2016

Droga nel basso Lazio, sgominata gang legata al clan Licciardi di Secondigliano. NOMI E FOTO


NAPOLI. Alle prime ore dell’alba gli Agenti della Squadra Mobile di Latina – IV Sez. Antidroga congiuntamente ai colleghi del Commissariato di P.S di Terracina portavano a termine un’operazione di Polizia Giudiziaria dando esecuzione a dieci Ordinanze di Misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Marco Giancristofaro. I provvedimenti notificati hanno natura restrittiva per 6 soggetti di cui, nello specifico, quattro in carcere e due agli arresti domiciliari, mentre altri quattro indagati sono destinatari di misure di natura coercitiva qual’ è l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.



Alla complessa operazione di polizia giudiziaria è stato dato il nome di “Terminal” in ragione del fatto che gli indagati, per non essere intercettati dalle forze di polizia ed eludere le investigazioni, utilizzavano svariati mezzi di trasporto pubblico che cambiavano frequentemente limitando al massimo l’eventualità di essere seguiti. Non a caso le indagini hanno impegnato gli Agenti in lunghi pedinamenti tra le provincie di Roma e Napoli ove avvenivano gli approvvigionamenti di sostanze stupefacenti destinate al mercato di Latina e di Terracina. 

INTIMIDAZIONI E LEGAMI CON “IL CLAN LICCIARDI” – I responsabili di tali illecite attività si sono distinti altresì per l’efferatezza dimostrata più volte in occasione delle mancate riscossioni di crediti. Gli stessi infatti, non solo davano prova di essere in possesso di armi da sparo che esibivano per affermare la propria leadership criminale ma, come appurato dagli inquirenti, più volte le utilizzavano esplodendo colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio. La ricostruzione di tali fatti, verificatisi anche in luoghi pubblici di Terracina e S. Felice Circeo, è stata difficoltosa per gli investigatori anche a causa delle poca collaborazione delle persone presenti ai fatti. Non a caso il calibro criminale, dato dai precedenti penali di alcuni degli indagati e la diretta discendenza di Gennaro Marano, 20 anni domiciliato a Castelvolturno, con uno dei più temuti clan camorristici campani “ il Clan Licciardi”, contribuiva ad elevare la caratura criminale degli stessi alimentando il timore di intimidazioni e rappresaglie. 

In carcere sono finiti MARANO Gennaro (detto Genny) di anni 19, alias “il Campano”, perchè domiciliato a Castelvolturno in provincia di Caserta, MENICHINI SANTOS Bruno (detto il brasiliano) di anni 26, CASCARINI Alessandro (detto il Giaguaro) di anni 31. agli arresti domiciliari: MAUTI Marco (detto Morfeo) di anni 20, DAL RE Giorgia (detta Ursula) di anni 24. Obblighi di firma per: MATTEI Emilio di anni 25, GALLINARO Marco di anni 20, DI MAURO Vanessa di anni 23, CALANDRINI Christian (detto GAS) di anni 37.

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