giovedì 7 agosto 2014

Cesaro, spuntano le accuse di altri sette pentiti



Sei fascicoli, sei verbali per altrettanti “nuovi elementi” che - secondo la Procura antimafia di Napoli - confermerebbero il quadro accusatorio mosso nei confronti di Luigi Cesaro. Atti depositati due giorni fa davanti ai giudici del Tribunale del Riesame e che fanno riferimento all'inchiesta su presunti illeciti commessi nella realizzazione di opere pubbliche nel territorio casertano: vicende per le quali il parlamentare di Forza Italia è indagato con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d'asta. Altri sette pentiti vanno così ad aggiungersi ai primi due collaboratori di giustizia (Luigi Guida e Gaetano Vassallo) che con le loro dichiarazioni hanno contribuito a fornire un quadro accusatorio complesso, lo stesso che ha spinto il gip del Tribunale Alessandra Ferrigno a spedire alla Camera dei deputati una richiesta di arresto in carcere per lo stesso Luigi Cesaro. A tale proposito ieri da Roma la giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio ha fatto sapere di aver chiesto la proroga di un mese per esaminare la domanda di autorizzazione alla misura cautelare, in considerazione che la scadenza già prevista del 22 agosto coincide con la piena pausa estiva. Entro il 10 settembre potrebbe essere fissata la data entro la quale Cesaro potrà essere ascoltato o presentare una sua memoria difensiva. I pentiti, dicevamo. Nel gruppo ci sono Antonio Iovine, Roberto Perrone, Tommaso Diana, Raffaele Tixon, Vincenzo Marrazzo, Francesco della Corte e Rosa Petrosino. Che cosa dicono dell'ex presidente della Provincia di Napoli?

Sostanzialmente due cose: che Cesaro aveva rapporti diretti con i clan della zona di Sant'Antimo e con i Casalesi; e che sia lui che i suoi fratelli erano indirettamente interessati e coinvolti negli affari edilizi sui quali la camorra dettava le regole, con la spartizione di quote e l'assegnazione degli affari. Accuse naturalmente respinte da Cesaro e dai suoi fratelli, e sulle quali ora - anche alla luce dei nuovi verbali - il parlamentare avrà modo di difendersi in maniera ancora più approfondita. Ma per ora queste carte pesano come macigni. 

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