martedì 5 agosto 2014

Camorra, Iovine accusa Cesaro: "Era in contatto con i clan"

Caserta. La figura di Luigi Cesaro e i suoi presunti rapporti con la camorra sono finiti al centro di un interrogatorio, avvenuto lo scorso 28 luglio, che il pentito Antonio Iovine ha reso al pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Cesare Sirignano.

Il verbale è agli atti del Tribunale del Riesame che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, avanzata dai legali del deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli, dopo l’operazione che lo scorso 23 luglio ha portato a sette arresti nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti al Comune di Lusciano, nel Casertano, assegnati ad imprese ritenute vicino alla fazione Bidognetti del clan dei casalesi.

“Di Luigi Cesaro – afferma Iovine, interrogato nel carcere de L’Aquila – avevo già sentito parlare nel corso di una riunione tra me, Michele Zagaria e Nicola Panaro nel 2005 o 2006 a Casapesenna, in un'abitazione nella disponibilità di Zagaria”.

Durante quell’incontro, racconta “’O Ninno”, Panaro riferì che “il politico Cesaro aveva interessi nella realizzazione di un affare ad Aversa indicato come Texas” e chiede al gruppo se fosse possibile avvicinarlo: “Ricordo che Michele Zagaria, per nulla meravigliato dell’informazione, si assunse l’impegno di avvicinare Cesaro e di aggiornarsi sull’affare”, racconta Iovine.

Dopo aver sottolineato che Zagaria aveva “ottimi rapporti” con i clan di Sant’Antimo, il Comune del Napoletano di cui il parlamentare è originario, l’ex superlatitante spiega che Cesaro era in contatto, in particolare, con il capozona di Aversa, Corrado De Luca, il quale parlava di lui come “una persona che senza alcuna difficoltà sarebbe stata avvicinata”.

E qui il pentito, nel fare un esempio, tira in ballo l’ex parlamentare Nicola Cosentino: “Per fare un esempio chiarificatore – riferisce Iovine al pm – dico che lo stesso avrei fatto io se qualcuno mi avesse chiesto di avvicinare Nicola Cosentino. In quel caso, infatti, al mio interlocutore avrei immediatamente risposto che avremmo potuto facilmente rivolgerci al fratello Giovanni”.
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Indagini su Luigi Cesaro, nuove accuse dal pentito Iovine: «Ebbe rapporti con i clan»

Nuove grane giudiziarie per il parlamentare Luigi Cesaro, indagato dalla Procura di Napoli, che attraverso il gip ha anche formalizzato alla Camera una richiesta di arresto. Adesso a rivolgergli accuse onno altri due collaboratori di giustizia: tra loro c'è anche il superboss dei Casalesi Antonio Iovine.

In un verbale di cinque pagine, che è stato depositato oggi dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli davanti al Tribunale del Riesame dove si discuteva la posizione di alcuni coindagati nell'ambito dell'inchiesta su presunti illeciti commessi per la realizzazione di alcune opere pubbliche in alcuni Comuni del casertano, Iovine sostiene che Cesaro avrebbe intrattenuto rapporti con l'ex boss Michele Zagaria.

Dei presunti rapporti tra il politico e il numero uno del clan dei Casalesi Iovine ha parlato in un interrogatorio reso al sostituto procuratore Cesare Sirignano che risale al 28 luglio scorso. Un verbale ancora pieno di «omissis», segno evidente che l'inchiesta cooinvolge anche altri soggetti ancora non raggiunti da informazione di garanzia.

Sullo sfondo di tali presunte cointeressenze illecite e dell'intreccio di rapporti non proprio cristallini, la direzione distrettuale antimafia sostiene che vi fosse un interesse per l'«affare della Texas Instruments», un polo tecnologico da realizzare ad Aversa.

Ma che cosa dice Iovine? Dopo aver riferito come Zagaria disponesse di ottimi rapporti con i clan della camorra di Sant'Antimo (Commune in provincia di Napoli dove vive l'ex presidente della Provincia, Cesaro e i suoi fratelli) «o' Ninno» (Iovine) accusa Cesaro di essere stato in contatto con un boss di Aversa, il quale parlava di lui come di «una persona che senza alcuna difficoltà sarebbe stata avvicinata».

«Per fare un esempio - dice ancora Iovine - dico che lo stesso avrei fatto io se qualcuno mi avesse chiesto di avvicinare Nicola Cosentino. In quel caso, infatti, al mio interlocutore avrei immediatamente risposto che avremmo potuto facilmente rivolgerci al fratello Giovanni».

http://www.ilmattino.it


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