venerdì 27 gennaio 2012

Sequestro per 50 milioni al clan «Puca»

SANT'ANTIMO. Vasta operazione dei carabinieri, sequestrati beni per 50 milioni di euro che la camorra aveva intestato a prestanome. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno effettuato una serie di sequestri a carico del clan camorristico dei “Puca”, operante per il controllo delle estorsioni, dell’usura e del riciclaggio a Sant’Antimo e nell’hinterland a Nord del capoluogo campano. Nel corso del blitz sono stati sottoposti a sequestro beni per un valore stimato 50 milioni di euro tra i quali discoteche, un centro scommesse, centri estetici, società immobiliari, terreni e abitazioni e circa un centinaio di conti correnti bancari e postali. Con l’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno disarticolato il sodalizio criminale e denunciato i numerosi incensurati insospettabili che facevano da prestanome al clan. I beni sequestrati a Sant’Antimo, Napoli, Frattamaggiore, Marano, Cesa (Ce), Frosinone, Perugia, Budrio (Bo) e Milano, i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere e a un decreto di sequestro preventivo.

L’ordine restrittivo, emesso per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agito per favorire l’attività della camorra, e’ a carico di Pasquale Puca, 47 anni, residente a Sant’Antimo, già noto alle forze dell'ordine e ritenuto a capo dell’omonimo clan camorristico operante a sant’antimo, casandrino e grumo nevano nonchè indirizzato anche all’attuale reggente e a un elemento di spicco del clan, che sono ricercati.

L’ordinanza e’ stata notificato al “boss” nel centro penitenziario di secondigliano ove l’uomo e detenuto poiché ritenuto mandante ed esecutore dell’omicidio del capo del clan rivale, verde francesco, detto “ ‘o negus”, perpetrato il 28 dicembre 2008. Durante le indagini, coordinate dalla dda partenopea, i militari dell’arma hanno identificato i capi del sodalizio e individuato numerosi altri soggetti, in particolare 15 incensurati insospettabili che avevano fatto da prestanome ai “puca” acquisendo fittiziamente la titolarità di quote societarie e di un considerevole numero di beni provento delle attività illecite del clan.

I beni sequestrati . Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e di notifica, e’ stato eseguito un decreto di sequestro preventivo dei seguenti beni, del valore complessivo stimato 50 milioni di euro: 2 discoteche, 1 punto Snai, 2 centri estetici, 3 società immobiliari, 72 appartamenti, 8 terreni agricoli, 8 autovetture di media cilindrata, 100 conti correnti accesi in agenzie bancarie e uffici postali di Sant’Antimo, Frattamaggiore, Marano, Frosinone, Perugia, Budrio (Bo) e Milano.

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