giovedì 19 agosto 2010

Siamo diventati antipatici

La scarsa autostima degli italiani: un quarto si vergogna della propria nazionalità.
Calcio, cos’altro? C’è un indicatore migliore per saggiare l’animo popolare, la frustrazione nazionale e la presunzione, i profondi preconcetti?
„L’Italia è diventata antipatica“ si lamenta il quotidiano La Stampa, “in genere il mondo ci guardava con una certa leggerezza, un pizzico di ironia e qualche pregiudizio, ma anche con sempre più diffusa simpatia. Siamo il paese dei furbi ad ogni costo, che va di pari passo con coloro il cui successo si basa sulla tenacia, sul lavoro, sulla sincerità, sul coraggio e la fantasia – qualità di cui anche noi stessi una volta eravamo orgogliosi“.
„Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono“, aveva deriso il cantante Giorgio Gaber morto precocemente. Ad otto anni dalla sua morte la questione affligge più che mai gli italiani: per fortuna o purtroppo? Un quarto degli italiani si vergogna della propria nazionalità, e cala il numero di coloro che sono orgogliosi della propria cittadinanza, soprattutto al Nord, dove i sindaci della Lega del Nord considerano l’inno nazionale una canzone stonata.
In un editoriale del Corriere della Sera l’autore e giornalista Gian Antonio Stella invidia la Germania per la sua giovanile e multietnica squadra di calcio, espressione di un nuovo spirito di identità. L’ammirazione per i tedeschi risale ad una lunga tradizione. A dire il vero oscurata da un pregiudizio altrettanto longevo: “I tedeschi amano gli Italiani, ma non li rispettano. Gli italiani rispettano i tedeschi, ma non li amano”.
Gli stereotipi influenzano li rispettivi concetti dell’altro tanto da oscurare la visione della realtà? Questa e’ la domanda posta dal Goethe Institut a due famosi giornalisti, durante un viaggio in treno da Berlino a Palermo. Le impressioni raccolte dall’italiano Beppe Severgnini e dal tedesco Mark Spörrle, possono essere lette nell’istruttivo blog di informazione “Va bene? Wie ich (fast) zum Italiener wurde” (http://www.goethe.de/ins/it/lp/prj/vab/mod/fac/itindex.htm).
Conclusione: gli italiani ammirano quello che viene dal nord. Da anni aspirano invano ad uno stato efficiente. Secondo il parere dei sociologi l’Italia sembra “un eterno cantiere”, in cui discutibili architetti da strapazzo concordano sul proseguimento dei lavori – poiché non hanno alcun interesse nella chiusura dei cantieri.
Gli italiani secondo il parere del sociologo Giuseppe De Rita è un popolo dalle batterie scariche, che si rassegna e vede il futuro e l’Europa con crescente scetticismo: „un popolo, in cui tutti parlano male di tutti“.
L’immagine che gli italiani hanno dell’Austria coincide alla grande con la pubblicità turistica: montagne coperte di boschi, piste da sci, walzer e “Sakkertorte” (come pronunciano gli italiani, ndt). Domanda frequente: ”Come si trova un biglietto per il concerto di Capodanno a Vienna?”
Anche clichees negativi possono talvolta essere utili. Per esempio quando il giornalista Spörrle ha scoperto sul treno regionale siciliano delle splendide bigliettaie e carta igienica decorata con le farfalline: il suo entusiasmo era alle stelle. Non si è smorzato neanche dopo la confessione che l’amministrazione ferroviaria ha appaltato i relativi lavori preliminari. “La ridicola e sbagliata supposizione che fosse parte di una meravigliosa montatura italiana” ha potuto a stento irritare Spörrle. Si porterà a casa, al suo ritorno ad Amburgo, la carta igienica.
italiadallestero.info

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