sabato 21 agosto 2010

Napoli, Università in vendita per 42 milioni

di Gerardo Ausiello

NAPOLI (18 agosto) - Il Demanio mette in vendita le università. Qualche esempio? La storica sede della Federico II, al corso Umberto, costa 42 milioni di euro mentre per acquistare il Vecchio Policlinico, in piazza Miraglia, bisogna spenderne 18. E il valore dell’Accademia delle Belle Arti? Circa 8 milioni. La lista dei beni, disponibile su Internet, è lunga: gli edifici verranno ceduti a Regione, Provincia e Comuni a cui spetterà il compito di gestirli, metterli a reddito e trasformarli in macchine produttive.

Tra le ipotesi c’è
, appunto, quella di venderli. Ma la strategia dipenderà dai decreti attuativi che spiegheranno nel dettaglio le modalità d’intervento.
Potrebbe essere questo, dunque, il destino dell’Orto Botanico, in via Foria, che ogni anno accoglie migliaia di studiosi e visitatori da tutto il mondo interessati ad ammirare le 9mila specie vegetali e i quasi 25mila esemplari presenti nel parco da 12 ettari. 

Ma dall’elenco spuntano anche la facoltà di Veterinaria e la casa dello Studente, nel cuore del centro storico: il futuro proprietario dovrà sborsare quasi 24 milioni di euro. La Scuola Politecnica di via Vecchia Università (a due passi dalla city) costa invece 6 milioni, mentre lo Stato ne chiede 28 per le Rampe del Salvatore.

È ufficialmente sul mercato, poi, l’ex collegio del Salvatore in via Mezzocannone (13 milioni), così come la Pro Libera Docenza al largo Santa Maria delle Grazie (9 milioni). Impegnativo l’investimento per l’ex convento agostiniano di Sant’Andrea delle Dame, in via Costantinopoli e vico Settimo Cielo. Fondato alla fine del Cinquecento da quattro nobildonne e soppresso durante l’occupazione francese del 1884, ospita oggi la facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli: l’investimento ammonta a 42 milioni.

Completano l’elenco la Palazzina spagnuola di via Litoranea (13 milioni), gli Istituti universitari di San Patrizio (7 milioni), la reale Arciconfraternita di piazzetta Teodoro (539mila euro) e l’ex poligono di Fuorigrotta (3 milioni). Nella lista figurano, infine, l’ex casa del fascio di Nola (sede della Parthenope) e l’ex caserma Blumm nel palazzo Mascabruno di Portici (facoltà di Agraria).

I 16 immobili si aggiungono a molti altri beni della Campania già messi in vendita dal Demanio. Il valore complessivo stimato dalla Corte dei Conti supera i 230 milioni di euro per un totale di 810 beni disponibili. Un patrimonio enorme, che rappresenta però solo una piccola fetta di quello nazionale (17.400 beni per un valore di 3,2 miliardi di euro). 

Tra le risorse interessate dal progetto spicca il faro di Anacapri, che fu costruito dagli ingegneri del Regno Borbonico delle Due Sicilie e acceso per la prima volta nel dicembre del 1867; stesso discorso vale per l’ex arsenale di via Campegna, che è stato dismesso dieci anni fa e oggi versa in condizioni disastrose; e ancora si parla del carcere di Procida, utilizzato come bagno penale all’inizio dell’Ottocento e definitivamente chiuso nel 1988, nonché del faro del molo di San Vincenzo, il primo impianto lenticolare d’Italia.

Nel piano di cessione rientrano, inoltre, le caserme dismesse come quella di Miano, i cui suoli erano stati scelti dal Comune per costruire il nuovo stadio se l’Italia avesse ospitato gli Europei di calcio del 2012: il progetto è però finito nel cassetto in pochi mesi. Potrebbero essere gestiti direttamente da Palazzo San Giacomo anche i circa 5mila alloggi del quartiere di Secondigliano, che in questi anni non hanno prodotto un reddito significativo. C’è attesa, poi, per la possibile cessione di alcune caserme dei vigili del fuoco (per le quali si paga il canone mensile) e per il futuro dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte. 
Infine il discorso che riguarda le spiagge. Possono essere cedute direttamente alle Regioni, secondo le linee guida del federalismo demaniale contenute in un decreto approvato dal governo lo scorso mese di maggio. Non dovranno essere vendute né privatizzate, ma rappresentano comunque una vera e propria macchina da soldi: un metro di spiaggia in Campania produce 17,3 euro in media contro i 16,6 della media italiana. E siccome dei 470 chilometri di costa ne sono balneabili 342, la gestione delle spiagge può diventare a tutti gli effetti un business. L’obiettivo dell’operazione è recuperare una serie di immobili che oggi sono immersi nel degrado, non producono reddito e rappresentano anzi un problema per lo Stato. 

La sfida per gli enti locali è di mettere in campo idee e progetti che consentano di valorizzarli nell’interesse dei cittadini trasformandoli anche in fonti di ricchezza: un faro (come quelli di Napoli e Anacapri) potrà così diventare, ad esempio, meta di visite turistiche e romantici weekend per coppie di innamorati, mentre caserme ed alloggi potranno accogliere attività sociali e commerciali.

di Gerardo Ausiello

NAPOLI (19 agosto) - Rifugi antiaerei che potranno diventare moderni parcheggi, terreni abbandonati su cui costruire nuove abitazioni, strade, acquedotti e persino ricevitorie del lotto da valorizzare. Sono solo alcuni dei beni messi in vendita dallo Stato nell’ambito del piano previsto dal federalismo demaniale. Immobili e suoli verranno ceduti a Regioni, Province e Comuni a cui spetterà il compito di trasformarli in fonti di reddito o di utilizzarli per fornire servizi ai cittadini. I dettagli verranno definiti con appositi decreti attuativi.

Accanto alle sedi delle Università, a Napoli e provincia la lista aggiornata - disponibile su Internet - comprende 204 beni. Spiccano, in primis, 23 ricoveri sotterranei impiegati da civili e militari durante la seconda guerra mondiale che si trovano in alcuni punti strategici del centro come piazza del Plebiscito, via Chiaia, via Chiatamone, Castel dell’Ovo, salita Cariati e piazzetta Mondragone. Il loro valore simbolico è di appena un euro ciascuno ma alcuni di questi, secondo gli esperti, potrebbero anche essere trasformati in parcheggi contribuendo così a risolvere l’annoso problema della sosta in città. Nell’elenco delle strutture sul mercato figurano, inoltre, due chiese storiche: la parrocchia di Santa Maria di Betlemme (costo 455.348 euro), nel cuore di Chiaia, e quella di Santa Maria Maddalena ai Cristallini (239.657 euro), nel rione Sanità.

Il Demanio ha poi messo sul mercato l’ex lido Pola di via Nisida, un tempo meta di bagnanti in cerca della tintarella e oggi immerso nel degrado: il futuro proprietario dovrà spendere circa 800mila euro, mentre ad oltre il doppio ammonta l’investimento per il fondo Vespucci che ospiterà il parco della Marinella. In cerca di un destino migliore anche la ricevitoria del lotto in via Lavinaio (44.936 euro), l’ex base logistica a Soccavo (386.756 euro), il campo di basket al Vomero (oltre un milione di euro) e il nuovo campo profughi a Scampia (quasi 3 milioni).

Nell’hinterland partenopeo lo Stato è pronto a cedere agli enti locali - tra l’altro - l’ex cappella della Marina a Meta di Sorrento, gli acquedotti di Agerola e Pimonte, l’ufficio postale per gli scavi di Pompei, le ex case del fascio ad Acerra, Afragola e San Sebastiano al Vesuvio. E ancora cava degli scogli a Pozzuoli, alcuni terreni sull’isola di Capri, la cisterna militare Calitto a Forio d’Ischia (a pochi passi dai vigneti di Biancolella), due spiagge di Castellammare di Stabia e tante cabine elettriche distribuite sul territorio.

www.ilmattino.it

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