sabato 18 aprile 2009

Cinquanta capoclan a Montecarlo

NAPOLI (14 aprile) - Un summit camorristico mai visto fino ad ora dai tempi di Cutolo e della Nuova famiglia. Non in una masseria vesuviana - ed è questa la novità - ma lontano mille chilometri da Napoli: a Montecarlo, per la precisione. In un lussuoso albergo a pochi passi dal prestigioso Casinò del Principato di Monaco. Si fa prima a dire chi non c’era, chi non ha accettato l’invito: non c’erano ad esempio gli uomini del boss Mario Fabbrocino, mentre gli altri clan di Napoli e provincia hanno mandato in rappresentanza i propri pezzi da novanta. Una cinquantina di personaggi in tutto, finanche alcuni esponenti del clan dei fratelli Russo di San Giuseppe Vesuviano:Un summit avvenuto un mese fa, con tante facce note e un solo gran cerimoniere: Vincenzo Sarno, presunto boss dell’omonimo clan di Ponticelli, arrestato a fine marzo nel corso di un blitz della Mobile. È lui l’organizzatore di un evento tutto da interpretare, a leggere un’informativa indirizzata dai carabinieri in Procura, dove un pool di pm anticamorra segue da mesi le evoluzioni del potente clan della camorra di Napoli est. Scarcerato a settembre dello scorso anno, Vincenzo Sarno non avrebbe perso tempo a rimettersi in mostra dopo una lunga detenzione. Mesi trascorsi a ricompattare una fitta trama di alleanze, poi lo scorso marzo, il probabile salto di qualità: una notte nel principato monegasco, tutto spesato, offerto dal presunto boss di rione De Gasperi agli amici di Napoli. Una notte, due giorni di «vacanza» per decine di «turisti napoletani». Ma che è successo sulla splendida costa francese? Ma che è successo sulla splendida costa francese? La risposta tocca alla Dda, in un’inchiesta seguita dal pm Enzo D’Onofrio, che sta incrociando in questi giorni dati investigativi ed elementi acquisiti di recente: sul tavolo del pm, ci sono fotografie, registrazioni, fotocopie di documenti. Tutto rigorosamente passato al setaccio dagli inquirenti. Tanto che è stato proprio il pm D’Onofrio a firmare una delega per la mission monegasca di una squadra di pg: un gruppo di inquirenti è stato infatti mandato a Montecarlo, sulle tracce di Vincenzo Sarno (che sarebbe stato arrestato qualche giorno dopo, ai primi di aprile) e sui suoi ospiti napoletani. Tante conferme, materiale al momento grezzo, in una vicenda in cui non ci sono reati contestati. La Dda batte comunque su una doppia pista: possibile che Vincenzo Sarno (all’epoca forte della latitanza del fratello Giuseppe, arrestato lo scorso cinque aprile) stesse proponendo una riorganizzazione di regole e equilibri criminali. Oppure, secondo movente, la grande spedizione al casinò come pretesto per riciclare proventi di attività illecite? Nessuna accusa formale al momento, ma gli inquirenti vogliono andare fino in fondo. A cominciare da un elenco completo di tutti gli uomini invitati nel lussuoso albergo di Montecarlo.
NAPOLI (14 aprile) - Un nuovo patto criminale: che coinvolge decine di clan dell’area metropolitana e che offre uno scenario da brividi. Una grande riorganizzazione del sistema camorristico in città, dettata dal clan Sarno di Ponticelli, dai cinque fratelli di rione De Gasperi. Qualcosa in più di una semplice traccia investigativa, a giudicare dall’attenzione con cui gli uomini della Dda di Napoli indagano sul cartello camorristico formato dal gruppo di Ponticelli. Indagano i pm Stefania Castaldi e Enzo D’Onofrio, ma anche i magistrati che si occupano di aree cittadine lontane dal «core business» dei Sarno. Ma in cosa consistono le nuove regole del sistema criminale scritte dalla camorra della periferia orientale? Quali sono gli equilibri in vigore negli ultimi mesi? Perché radunare cinquanta «amici» a Montecarlo? Si parte da una serie di conferme investigative: gli interessi dei fratelli di via De Gasperi (tutti detenuti: Ciro, Vincenzo, Giuseppe, Luciano e Pasquale) sono in netta espansione.Hanno siglato di recente una sorta di patto di non belligeranza con l’altro cartello dell’area cittadina, gli scissionisti di Secondigliano e di parte dell’hinterland, e hanno piazzato avamposti a macchia di leopardo. Da fonti di polizia giudiziaria, esiste una enclave dei boss di Ponticelli ai Quartieri Spagnoli, finanche a Forcella, nell’ex feudo dei Giuliano e dei Mazzarella, con pressioni sempre più forti al rione Mercato (strappando spazi e autonomia agli uomini di Gennaro Mazzarella), fino ad arrivare ad altre zone dell’area metropolitana, come Bagnoli e Pozzuoli. Le inchieste partono da una domanda di fondo: come ha fatto una cosca originariamente di dimensione rionale ad estendersi nello scacchiere cittadino? La risposta in questi mesi l’ha data un pentito fresco di collaborazione, l’ex killer Nunzio Boccia, uno in grado di raccontare molto dei cinque fratelli delle palazzine popolari di Ponticelli.La strategia usata è più meno questa: i Sarno mettono gli uomini - la manodopera - in cambio però vogliono la metà delle attività criminali, racket e droga in primis. Loro - i Sarno - offrono killer o estorsori, ma in cambio chiedono di entrare a pieno regime in fette di territorio lontane dalla propria zona. Così ai Quartieri Spagnoli o a Pozzuoli.

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