sabato 29 novembre 2008

Saviano

Roberto Saviano ha indubbiamente fatto parlare tanto di sè e del suo best seller Gomorra. In questi giorni è impegnato, in giro per il mondo, a presentare il film tratto dall'omonimo prodotto letterario. Ciò può aver creato delle invidie in altri giornalisti impegnati da sempre nello stesso campo, ma non con altrettanto successo. Inoltre, nel suo libro Saviano parla di giornali locali che quasi esaltano alcuni lati dei boss della Camorra. Non solo, Saviano racconta anche di come certa stampa locale scredita uomini impegnati nella lotta alla criminalità organizzata nel tentativo di renderli poco credibili all'occhio dell' opinione pubblica. Dopo queste necessarie precisazioni e opinioni personali, riporto di seguito quanto pubblicato dalla testata giornalistica Corrierediaversaegiugliano.it.
Salvatore Pizzo, che è anche il direttore della testata, scrive così:
- Quello scrittore proposto al pubblico come icona dell’anticamorra, “minacciato” dalla piovra solo per aver romanzato quello che tanti giornalisti del nostro territorio scrivono con coraggio da sempre, tempo fa in quel di Mantova, nell’ambito di un’iniziativa in cui promuoveva il suo prodotto editoriale, che grazie al battage mediatico sapientemente organizzato sta avendo una buona resa commerciale, si è permesso di accostare i giornali (per carità, alcuni anche giornalacci) della nostra zona alla Camorra, eppure in quelle redazioni c’è anche qualcuno che lo ha portato in tribunale accusandolo di plagio.
Un cavaliere senza ombre e senza macchia, che grazie a delle buone sinergie gode di tutta questa sovraesposizione che fa aumentare le vendite, e chissà perché non parla con la stessa incisività mediatica di quelle situazioni penali che vanno a toccare il caravan serraglio che si è creato intorno al suo prodotto, specie in riferimento al film. Recentemente il pentito Maurizio Prestieri, ha raccontato di aver riconosciuto tra le comparse due facce a lui note, ha detto agli inquirenti che erano stati pusher ai suoi ordini. Prima ancora era finito in carcere un attore del film, quel Giovanni Venosa, uomo ritenuto vicino al Clan dei Casalesi dove ha avuto un ruolo preminente lo zio Luigi Venosa detto “O’ Cucchiere”. Nel film interpreta il capozona giovane dai capelli rossi, che viene infastidito da giovani “cani sciolti” che vengono uccisi dopo aver compiuto vari sgarri. Venosa, l’attore scritturato dai gomorristi, in passato era stato arrestato per una storia di tangenti imposte alla darsena di Pinetamare, poi è finito in una casa di lavoro di Modena su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Non è tutto, il pentito Oreste Spagnuolo, uno dei presunti autori della strage di Castelvolturno, ha fatto arrestare Bernardino Terrcciano 53 anni di Villa Literno, nel film ha interpretato “Zi Berandino” il vecchio boss senza voce che organizza un duplice omicidio, ad avere problemi con la giustizia è stata anche un’altra comparsa S.F.. Per una sorta di par condicio si dovrebbe ritornare a Mantova, e dire che esiste sicuramente qualcun altro che ha avuto contatti di un certo tipo. Una volta è stata diffusa anche la notizia un pentito avesse detto che il Clan dei Casalesi si stava organizzando per uccidere lo scrittore diventato famoso, dopo poco la notizia bufala è stata smentita dallo stesso pentito, intanto era passata su tutti Tg nazionali, con tanto di solidarietà di noti personaggi. Grande pubblicità.

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