giovedì 9 febbraio 2017

Napoli, vicolo Bonafficiata Vecchia 50 metri di vendette e misteri

La Pignasecca come il Bronx. C'è un luogo - nel dedalo di vicoli che si intersecano su quel lembo estremo dei Quartieri spagnoli che sfocia su Montesanto - che viene evitato persino da chi vi abita. Via Bonafficiata Vecchia. Chi esce di casa la percorre a passo veloce e guardandosi le spalle. E i timori non sono infondati. Via Bonafficiata Vecchia è diventata la strada più pericolosa del centro storico, un po' come lo fu - durante la faida di Forcella - via Oronzio Costa. Qui c'è chi ha il grilletto facile: stese, sparatorie e raid si susseguono. Cinque casi negli ultimi cinque mesi: l'ultimo risale all'altra notte, quando un uomo è stato ferito da un colpo di pistola.

Sono le 23 quando Salvatore Martusciello, 35 anni, pregiudicato per reati contro il patrimonio, mentre si dirige verso casa viene affrontato da quattro persone; tra loro ce n'è una che impugna una pistola: fa fuoco una sola volta, il proiettile si conficca nel femore della vittima, che poco dopo viene ricoverata in ospedale. Siamo a due passi dall'ospedale Vecchio Pellegrini. Qui Martusciello viene ascoltato dai poliziotti: «Erano in quattro, due sullo scooter e due a piedi, e tutti con il volto coperto», dichiara. Ma forse non ha detto tutto, e per questo adesso gli investigatori seguono una pista precisa: quella che porterebbe ad una lite scatenatasi all'interno di una sala giochi domenica scorsa. Questioni di denaro non restituito, pare ci sia alla base di tutto. L'altra sera i protagonisti del fatto si ritrovano proprio in via Bonafficiata Vecchia, e c'è chi spara. Saranno le verifiche a confermare questa versione.

Fatto sta che, ancora una volta, i riflettori della cronaca nera si riaccendono su questa strada che mette paura. E non solo per gli episodi di microcriminalità. Proprio in questa strada abita infatti uno dei personaggi più in vista legato al clan dominante nella zona, quello dei Ricci-Saltalamacchia. Un noto pregiudicato, probabilmente obiettivo delle due ultime «stese» che hanno trasformato la Pignasecca in un Far West.

Due episodi inquietanti in poche settimane. Il 23 novembre del 2016 via Bonafficiata Vecchia si trasforma in un inferno di fuoco e di piombo. È notte fonda quando un corteo di moto di grossa cilindrata sfreccia lungo la strada sparando all'impazzata, in aria. Modalità classiche diventate tristemente note un po' ovunque, con le quali i camorristi «marcano» il territorio ma lanciano anche sinistri messaggi di morte nei confronti di chi non è considerata «persona desiderata» nel quartiere.

Quando sul posto giungono le Volanti della Questura i pistoleri sono già fuggiti. Sul terreno vengono ritrovati e prepertati nove bossoli, tra via di Porta Medina e via Bonafficiata. Uno di questi si è conficcato nell'impianto di condizionamento d'aria esterno ad un appartamento, un secondo ha perforato la vetrina di un negozio.
Il 25 gennaio si torna a sparare. Una segnalazione anonima lancia l'allarme al centralino del centro operativo della Questura: stavolta i bossoli sono tre, e si cerca di capire se a esplodere i colpi possanoe ssere gli stessi autori del primo raid. Nessun dubbio sulla matrice camorristica del raid.

Ma in via Bonafficciata Vecchia pare stia prendendo piede anche lo spaccio di droga. Lo dimostrano i risultati di un'operazione dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, che il 4 dicembre scorso arrestarono un uomo di 30 anni, gestore di un'attività di ristorazione, che nascondeva hashish e cocaina in un doppiofondo del registratore di cassa. E c'è anche l'ombra del racket che i clan impongono ai commercianti dietro l'ultimo episodio che riporta a via Bonafficiata: l'incendio (doloso) appiccato alle vetrine di un negozio di barbiere avvenuto il 19 ottobre scorso.

http://www.ilmattino.it

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