lunedì 25 gennaio 2016

La rivelazione della Dia: «Il clan Mallardo ha ceduto la reggenza, ecco chi comanda a Giugliano»

di Antonio Mangione


GIUGLIANO. Una camorra sempre più violenta e col volto imprenditoriale, capace di infiltrarsi in tantissimi affari e di espandersi facilmente non solo fuori la Regione Campania, ma anche in Europa. E’ questa la conclusione alla quale sono arrivati gli uomini della Direzione investigativa antimafia che hanno pubblicato la relazione sul primo semestre di attività per il 2015. 


Negli ultimi mesi si è assistito, infatti, alla “polverizzazione” dei clan, e dunque anche dei centri decisionali, con un conseguente ricorso all’uso della violenza. Ciò favorisce il moltiplicarsi di tanti piccoli clan, che finiscono per minare ancor di più gli equilibri tra le cosche provocando la nascita di faide. Si registra, infatti, un aumento di agguati e ferimenti, spesso non denunciati o nascosti dietro presunte rapine. Protagonisti di molti eventi sanguinosi sono giovani “muschilli”, organizzati in baby gang. Si tratta – secondo la Dia – di ragazzi provenienti perlopiù da ambienti familiari degradati e con basso livello di scolarizzazione che sfidano i vecchi clan. I vari agguati registrati nel centro di Napoli ed in periferia sono sintomo di una "ricerca degli spazi d'azione" 

Il territorio di Napoli nord ha cambiato gli assetti, nonostante i duri colpi inferti alle organizzazioni malavitose più potenti come i Mallardo, i Casalesi ed i Polverino. La vicinanza territoriale tra la provincia settentrionale di Napoli e l’area a sud di Caserta ha favorito i legami tra i clan operanti a cavallo delle due zone come i Mallardo e i Casalesi, fazione Bidognetti. L’agire delle diverse fazioni dei Casalesi si differenzia dalla camorra napoletana, soprattutto quella del centro di Napoli, per la poca conflittualità interna. Caratteristica che li rende invisibili alle forze di polizia.. La capacità pervasiva si evince nei reiterati scioglimenti di diversi consigli comunali per infiltrazioni della camorra, tra cui Giugliano, Arzano ed altri in provincia di Caserta. Le relazioni con esponenti politici locali sono state utilizzate anche per intestazioni fittizie di beni a persone lontane, apparentemente, dalla criminalità organizzata. Inoltre i clan sono in grado di infiltrarsi in affari, trasformando le cosche in “imprese”, come accaduto nella questione bonifiche su cui – secondo la Dia – c’è bisogno di mantenere alta l’attenzione. 

A Giugliano c’è ancora la marcata presenza dei Mallardo, che ha articolazioni anche in altre zone d’Italia tra cui il Lazio, la Toscana e l’Emilia. I Mallardo – secondo la Dia – hanno sottogruppi anche a Varcaturo, Villaricca, Qualiano (dove è subentrato ai D’Alterio-De Rosa) e nella zona del Vasto-Arenaccia dove sono alleati con i Contini. Visto la carcerazione dei big del clan Mallardo e la morte del boss Feliciano, la reggenza è stata affidata temporaneamente proprio ai Contini. “Il clan Mallardo di caratterizza per la forte propensione ad infiltrarsi in svariate attività commerciali come la distribuzione del caffè, il settore immobiliare e la commercializzazione dei prodotti parafarmateutici” Inoltre i Mallardo hanno stretto accordi di cooperazione con i Bidognetti ed i Licciardi. 

A Marano a comandare è sempre il clan Polverino che ha allargato i tentacoli anche nei comuni limitrofi, tra cui Villaricca dove si è creato il vuoto di potere in seguito agli arresti del clan Ferrara.

A Sant’Antimo, Casandrino e Grumo comandano gruppi minori visto l’arresto dei vertici delle cosche predominanti: i Puca, i Ranucci, i Verde, i D’Agostino-Silvestre, i Marrazzo. 

I Di Lauro, a seguito della faida con gli Amato-Pagano, si sono spostati nei comuni di Mugnano, Marano, Melito e Arzano. L’espansione, però, ha provocato contrasti. Gli Amato hanno occupato militarmente Melito ed estromesso i fedelissimi dei Pagano che, per non essere estromessi, hanno stretto alleanze con i Ruocco di Mugnano, nemici storici degli Amato 

Nell’area flegrea continuano a primeggiare i Longobardi-Beneduce, nonostante i capi siano tutti in galera. L’influenza sul territorio viene esercitata dagli esponenti in libertà. A Bacoli c’è in clan Pariante, che può vantare l’alleanza con gli Amato-Pagano. A Quarto si registra il predominio dei Polverino, la cui influenza nella vita amministrativa ha portato allo scioglimento dell’Amministrazione per camorra. 

Nell’area a nord di Napoli si assiste ad una miriade di clan che si contendono il controllo delle varie zone. Da segnalare il ritorno del clan Moccia tra Caivano, Casoria, Arzano ed Afragola. La storica famiglia criminale ha stretto rapporti ed alleanze con varie cosche confinanti, tra cui i camorristi di Casavatore legati al clan di Secondigliano. A Caivano è stato disarticolato il clan Padulo, che attraverso alleanze aveva assunto il predominio del territorio avvicinandosi anche ai Ferraiuolo.
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