mercoledì 8 dicembre 2010

Il patrimonio artistico italiano, più unico che raro, riguarda tutti

[The Guardian]

La ricca storia del paese è vitale per tutti tranne che per il governo di Berlusconi, ora in pericolo. Non sarebbe ora di istituire un Fondo Internazionale?
Proteggere il patrimonio artistico è un problema di tutti. Eppure si pensa ancora che sia un problema nazionale. Questo è un atteggiamento miope e pericoloso: nel momento in cui l’economia internazionale fa fatica a riprendersi e diversi paesi affrontano la crisi in modo diverso, i lavori d’arte e di architettura sono a rischio ovunque.
Il tragico crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei e lo sciopero degli impiegati museali italiani contro i tagli della finanziaria evidenziano una potenziale catastrofe nel cuore culturale dell’Europa. Dal XVI secolo innumerevoli viaggiatori hanno compiuto il loro pellegrinaggio in Italia per abbeverarsi alla fonte dell’eccellenza artistica. Il patrimonio culturale del Paese, dagli antichi templi greci agli affreschi di Giotto e Michelangelo, è a dir poco impressionante per la sua ricchezza e nessuno può affermare che queste meraviglie abbiano un valore puramente nazionale.
Eppure la brutale politica nei confronti dei beni culturali del governo Berlusconi – che sta compiendo ciò che molti temono che il nostro governo potrebbe fare qui ai nostri musei, se non peggio – mette in pericolo il prezioso tessuto della nazione.
Cosa si deve fare? Noi non possiamo fare nulla di certo, visto che, per quanto ne sappia, non ci sono istituzioni che possano intervenire. Il Fondo Artistico svolge un ottimo lavoro nel proteggere l’arte britannica, il Fondo Nazionale tutela i monumenti e il paesaggio inglese, ma entrambi non servono a nulla in questo contesto. Altri paesi sono ugualmente provinciali riguardo alla loro eredità culturale, che i francesi chiamano il “patrimonio” nazionale.
Allora i britannici amanti dell’arte come possono aiutare i musei italiani? Qualcuno ha qualche suggerimento? Un’eccezione a questo provincialismo è stato lo sforzo internazionale per salvare Venezia. Britannici entusiasti come John Julius Norwich e i fondatori di “Venezia in pericolo” hanno giocato un ruolo molto importante nel sostenere la città che sta affondando.
Adesso a Venezia le facciate di molti edifici centrali sono coperte da enormi cartelloni pubblicitari, visto che degli sponsor privati pagano per i restauri e i lavori di costruzione. A me stanno troppo a cuore i tesori italiani per usarli come merce di scambio politico. Se gli sponsor privati o degli investimenti possono avere un ruolo, come a Venezia, questo va bene. Le pubblicità che coprono i palazzi non piacciono a “Venezia in pericolo”, ma sicuramente sono meglio dei crolli, no?
C’è bisogno di una globalizzazione delle iniziative artistiche, come un Fondo Mondiale d’Arte o un Fondo Internazionale. Non ci può essere ripresa economica se si guarda solo agli interessi personali, né è possibile proteggere la grande arte in questo modo.
[Articolo originale "Italy's arts heritage is in a class, not a world, of its own" di Jonathan Jones]

Pompei versa in condizioni molto gravi
[NRC Handelsblad]

Il crollo della casa dei gladiatori a Pompei causa una mozione di sfiducia in Italia.
La colpa del degrado di Pompei viene imputata al premier Berlusconi. Eric Moormann, professore emerito di Archeologia Classica, non sarebbe sorpreso qualora si verificassero nuovi crolli.
Il premier Berlusconi, già perseguitato da scandali, ha un ulteriore problema ora che l’opposizione ha annunciato una mozione di sfiducia in Parlamento contro il suo ministro della Cultura, Sandro Bondi. Il motivo è il crollo di un edificio usato per i gladiatori a Pompei, la città romana sepolta nell’anno 79 D.C. da un’eruzione del Vesuvio.
La posizione di Berlusconi sembra precaria. Il suo ex alleato, il Presidente della Camera Gianfranco Fini, domenica gli ha chiesto di dimettersi. Il partito di Fini, che tuttora sostiene il governo Berlusconi, martedì ha votato con l’opposizione contro una proposta di legge del governo e . Fini potrebbe far cadere il ministro per dimostrare il suo potere.
Bondi continua a rifiutare di dimettersi nonostante sia stato costretto ad ammettere che altri edifici di Pompei stanno per crollare.
La situazione a Pompei è molto grave, afferma Eric Moormann, professore emerito di Archeologia Classica all’Università Radboud di Nimega. Il problema è che nel corso degli ultimi duecentocinquanta anni si è scavato troppo, mentre allo stesso tempo non ci sono soldi per la conservazione dei monumenti, la maggior parte dei quali versano in condizioni deplorevoli. “Non mi sorprenderebbe se ne crollassero degli altri”.
Il crollo dell’edificio ha causato molta emozione e rabbia in Italia. Moormann: “Un collega napoletano mi ha mandato un messaggio spiegandomi che il Ministero della Cultura la scorsa settimana ha stanziato trenta milioni di euro da usare per nuovi scavi ad Ercolano, la cittadina sepolta sotto fango e lava dalla stessa eruzione del 79 D.C. Questi milioni sono ancora una volta sottratti al bilancio per la conservazione archeologica. I lavori sono affidati a terzi, nemmeno al proprio servizio archeologico. Il mio collega sceglie le parole con cura, ma tra le righe leggo che come al solito è stata una questione di affari tra amici.”
Due anni fa il governo dichiarò lo stato di emergenza per Pompei, classificata patrimonio mondiale dall’Unesco. Molti affreschi sono già rovinati e migliaia di pietre sono cadute dai muri.
Il Presidente Giorgio Napolitano ha definito il crollo dell’edificio una vergogna per l’Italia. Secondo l’opposizione i tagli dell’attuale governo sarebbero la causa della mancanza di manutenzione.
Ma secondo Moormann il degrado di Pompei non è solo colpa di Berlusconi. L’edificio sarebbe potuto crollare anche dieci anni fa. Non è servito che il suo governo abbia ulteriormente ridotto il budget ma il problema esiste da tempo. L’Italia ha una così enorme quantità di tesori artistici da preservare che farlo sarebbe impossibile persino per il Paese più ricco del mondo, figuriamoci per uno con problemi finanziari.
L’edificio dei gladiatori, una cosiddetta ‘schola’, è crollata sabato scorso probabilmente perchèé le fondamenta del complesso erano state danneggiate da infiltrazioni d’acqua. Non è una casa, ma una palestra in un atrio colonnato. Era l’unica del suo genere ad essere sopravvissuta dall’antichità, quindi una grande perdita.
Nel 2008 un commissario speciale avrebbe dovuto investire 57 milioni in manutenzione. Molti casi per i quali il governo Berlusconi ha dichiarato lo stato di emergenza sono sotto inchiesta a causa di sospetta corruzione. Da allora si sono susseguiti tre commissari speciali, spiega Moormann, che hanno sostituito un direttore considerato molto capace dai suoi colleghi. “Non sono in grado di dire se è stato fatto qualcosa di buono con quei soldi, quando ci sono stato in primavera alcune cose erano state riparate mentre altre erano malridotte come prima. Il ristorante era però stato ristrutturato, chiaramente spendendo un sacco di soldi. Con circa due milioni di visitatori all’anno, Pompei è una delle principali attrazioni in Italia ma i soldi che vengono guadagnati lì devono essere consegnati al Ministero, quindi non si arriva da nessuna parte.” “Il deplorevole stato in cui versa Pompei non è solo colpa di Berlusconi”.
[Articolo originale "'Toestand Pompeï is zeer ernstig'" di Ron Rijghard]

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