sabato 24 aprile 2010

Abusivismo in Campania, verso decreto per fermare gli abbattimenti

NAPOLI (20 aprile) - Un decreto legge per sospendere le procedure di demolizione delle abitazioni abusive in Campania costruite fino al 2003: è quanto sta ipotizzando il Governo in attesa che il nuovo Consiglio regionale legiferi riaprendo i termini del condono edilizio di sette anni fa, i cui effetti furono bloccati sul territorio campano da provvedimenti della Giunta Bassolino, poi però dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. La notizia fa scalpore, in una delle regioni simbolo dei danni prodotti dal cemento selvaggio e nella quale le demolizioni hanno prodotto, negli ultimi mesi, cortei e proteste di piazza da parte di chi invocava uno stop alle ruspe contro i cosiddetti abusi di necessità.
Proprio oggi, a Torre del Greco, in 400 hanno sfilato per chiedere di fermare le demolizioni. Tre mesi fa, a Ischia, il movimento antiruspe si era manifestato anche con tensioni e scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Ora si profila una soluzione tecnico-politica, strada che vede da tempo tra i suoi fautori Carlo Sarro, senatore del Pdl, il quale aveva proposto in tal senso un emendamento da inserire già nel decreto milleproroghe, testo poi non ammesso dalla Commissione affari Costituzionali. Quell'emendamento è stato trasformato in una proposta di legge firmata dal senatori del Pdl in Campania. «Ma in questi giorni - riferisce Sarro - il presidente della Regione Caldoro ha sollecitato il governo a una soluzione più veloce rispetto alla via parlamentare». Il neo governatore della Campania - spiega Sarro - avrebbe «interloquito con il presidente Berlusconi e con il sottosegretario Letta. Dalle notizie in mio possesso, l'ipotesi di decreto potrebbe essere in tempi brevi all'esame del consiglio dei ministri». Secondo quanto si è appreso da fonti governative, l'ipotizzato stop per decreto alle demolizioni di abitazioni abusive sarebbe arrivato sul tavolo del pre-consiglio dei ministri di questa mattina su proposta del ministero delle Infrastutture. Ma i tecnici di alcuni dicasteri - in particolare dell'Ambiente e dell'Interno - avrebbero espresso alcune riserve, considerando il rischio di vanificare gli effetti delle sentenze penali di condanna a carico di chi costruisce abusivamente. Per questo il testo del decreto al momento non è stato reso noto e la questione potrebbe essere oggetto di altre riunioni.
L'assessore all'Urbanistica della Provincia di Napoli, Nello Palumbo (Udc), definisce «condivisibile» l'ipotesi del decreto, precisando che i suoi effetti «non potrebbero assolutamente estendersi alle opere realizzate dopo il 2003». Soddisfatto anche Franco Regine (Pd), sindaco di Forio d'Ischia, tra i leader della protesta istituzionale contro le demolizioni: «Sarebbe molto positivo attenuare l'impatto di quello che altrimenti risulterebbe un disastro». Sull'isola sono 600 gli abbattimenti previsti in esecuzione di sentenze penali passate in giudicato, un decimo delle seimila demolizioni previste in tutta la provincia.
No comment, per ora, del procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara, in prima linea nella lotta al cemento illegale: «Bisogna prima leggere l'eventuale provvedimento». Si dice incredulo, invece, il leader regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli: «A questo punto manca solo il condono per gli abusi non ancora commessi. E cosa diranno i proprietari di immobili già demoliti? Bisognerebbe farglieli ricostruire...».
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NAPOLI (24 aprile) - Appena due articoli che scatenano aspre polemiche. Tra i malumori della Lega e una battaglia che nel pomeriggio diventa aspra sull’uso delle parole. «È una sanatoria», attacca il centrosinistra; «Abbiamo solo ristabilito le stesse condizioni di diritto», replica il centrodestra.
Di certo c’è che il decreto legge licenziato ieri in Consiglio dei ministri, su proposta di Berlusconi e dei ministri Alfano e Matteoli, riapre solo per i campani, che non ne hanno usufruito, i termini del condono edilizio del 2003. Nel frattempo blocca sì gli abbattimenti (sino al 30 giugno del 2011) per le prime case realizzate entro il 31 marzo del 2003 ma ad eccezione di quelle delle quali «sia stata accertata la pericolosità» e quando sia stata accertata «la violazione dei vincoli paesaggistici nazionali».
A spingere in questa direzione più restrittiva sarebbe stato il ministro della Lega Calderoli, per evitare l’ira del popolo del Carroccio. E a una prima lettura del testo sembrerebbero assai poche le case che possono sfuggire alle ruspe. Perché in Campania oltre il 60 per cento del territorio è messo sotto vincolo. E infatti ai primi lanci d’agenzia sul testo, il sindaco di Forio d’Ischia Franco Regine attacca: «Dal decreto verrebbero esclusi proprio i casi che riguarderebbero la nostra isola. La ritengo - dice Regine - l’ennesima discriminazione perpetrata ai danni dei cittadini isolani che hanno creduto alle promesse del Pdl, ricambiando con enorme consenso di voti».
Si vedrà nei prossimi 60 giorni durante le discussioni per la conversione del decreto in legge (prima lettura al Senato). Perché se è vero che si demolirà comunque in violazione delle norme paesaggistiche, lo è anche il fatto che la Consulta (sentenza 49/2006) fa distinzione tra vincoli assoluti e relativi. Ovvero su norme nazionali (come individuate da decreto), che sono e rimangono inaggirabili, e regionali, quindi parzialmente rimuovibili. E su questa distinzione, c’è da essercene certi, sarà battaglia nei prossimi 60 giorni. Polemica per ora c’è già tra Pdl e opposizione mentre Legambiente annuncia che impugnerà il dl davanti alla Corte Costituzionale. Butta acqua sul fuoco il senatore Carlo Sarro che a dicembre tentò di far passare la sanatoria campana nel milleproroghe e fu primo firmatario di un disegno di legge a metà febbraio. «La precedente giunta Bassolino adottò, nel 2004 e nel 2006, due provvedimenti poi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. In forza di quelle misure si sarebbe impedito ai cittadini campani di presentare domanda di condono come avvenuto nel resto del Paese. Ora invece - spiega Sarro - la sospensione delle demolizioni collegata alla ricognizione del regime vincolistico, operazione di competenza regionale, dimostra come la finalità del provvedimento è quella di venire incontro alle esigenze abitative della popolazione ma anche e soprattutto quella di avviare una seria stagione di pianificazione del territorio».
E se l'ex governatore Antonio Bassolino attacca («La nuova maggioranza comincia male»), da parte del suo successore Stefano Caldoro c’è soddisfazione per un provvedimento annunciato in campagna elettorale. Anche se il governatore preferisce non far alcun commento pubblico, lo fa il ministro Mara Carfagna: «Il governo non poteva assistere impassibile al fatto che, con gli abbattimenti, molte donne con bambini, anziani, addirittura disabili, tutti senza un’altra abitazione, venissero lasciati in mezzo a una strada. Per questa ragione e per l’ultima volta l’esecutivo è stato costretto a intervenire per sanare quella che la Corte costituzionale ha definito disparità di trattamento dei campani rispetto al resto dei cittadini italiani».
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