sabato 6 giugno 2009

L'ultima intervista di Saviano: che dolore sentirmi dire di aver diffamato Napoli

NAPOLI (2 giugno) - Il dolore più grande? «Sentirmi dire che avrei diffamato Napoli con il mio libro”. Parola di Roberto Saviano, autore di “Gomorra” divenuto ormai un simbolo della lotta alla criminalità organizzata in Campania. Raggiunto nella sua attuale residenza dalla redazione della tv di Tess, Saviano si è infatti raccontato senza reticenze nel corso di una lunga intervista esclusiva che sarà on line sul sito dell’emittente TV della società www.lacostavesuviana.tv a partire da domani 3 giugno. L’intervista sarà anche pubblicata sul prossimo numero de La Costa Vesuviana e sul sito www.lacostavesuviana.it. «In realtà - commenta - il libro tende a guardare il mondo attraverso Napoli ed a spostare l’asse dei fatti verso il Centro-Nord giacché la delinquenza prende al Sud e reinveste nel Centro e nel Settentrione». D’altra parte, «raccontare è una forma di resistenza, di testimonianza di chi sa che si può combattere la criminalità».Cinquanta minuti di ricordi e considerazioni spesso inedite insomma nel corso dei quali Roberto Saviano affronta temi di notevole interesse, a cominciare naturalmente dal tema della camorra e alle ipotesi su come batterla, legate essenzialmente a suo dire alla capacità di strutturare una società che produca giusti vantaggi al cittadino: «è necessario che si arrivi a rispettare la legge – dice - perché conviene, non solo perché è giusto». Ancora, lo scrittore si sofferma lungamente sulla questione altrettanto annosa dell’estorsione organizzata, la cui esistenza sarebbe facilitata dalla possibilità concessa alla vittima di ottenere varie “agevolazioni”, “dei servizi” spiega Saviano che possono essere superati solo «se crei la possibilità degli stessi servizi». Perchè lo sviluppo è sì un antidoto verso il meccanismo criminale, ma si deve trattare di uno sviluppo buono che produca guadagno legale, «solo il business buono scaccia quello cattivo», spiega.Saviano infine affronta anche le problematiche legate al terremoto dell’Abruzzo e alle implicazioni con la criminalità, parla del suo ultimo libro “La bellezza e l’inferno” che racconta gli incontri e gli aneddoti degli ultimi tre anni, da quello con Miriam Makeba a quello con il calciatore Lionel Messi, parla del suo prossimo impegno teatrale e dell’incontro che ebbe con Enzo Biagi, il quale per primo gli spiegò che «fare bene le cose è un modo per resistere a quello che accade». Un consiglio, questo, che è rimasto ben impresso nella memoria di Saviano.

www.ilmattino.it

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