domenica 17 aprile 2016

Omicidio Izzi. Il godimento del boss Lo Russo: «Mi aveva promesso dieci botte e così è stato. È tornato indietro per la mazzetta»

di Ivan Marino

CAMORRA. E’ stata una microspia ad incastrare il boss Carlo Lo Russo e il suo gruppo di fedelissimi. Grazie alla cimice piazzata nella sua abitazione gli investigatori hanno potuto scoprire tutti i retroscena dell’omicidio del rapinatore seriale Pasquale Izzi avvenuto due settimane fa proprio a pochi passi dalla casa del boss. Ecco come vengono descritte nell’ordinanza di custodia cautelare tutte le fasi di preparazione dell’agguato e quello che è accaduto nella mattina dell’omicidio di Izzi. E’ il lunedi di Pasquetta 28 marzo e Carlo Lo Russo parla in casa con la moglie Anna e dice “…Lo devo uccidere perche´ mi e` antipatico, lo sai. Mi e` antipatico da sempre … ma comunque i “Capitoni” non se ne vanno da qua… se ne vanno loro di casa”. L’idea iniziale prevedeva di seguire Izzi sull’autostrada ed entrare in azione con due macchine. Ma il timore di perdere l’obiettivo fece cambiare idea al ras, che ripiegò sul piano B: ucciderlo sotto casa. Ecco alcuni passaggi delle conversazioni tra lui e la moglie. 

Poi la mattina dell’omicidio per ingannare l’attesa la donna prepara il caffe` e lo offre insieme ai cornetti per una colazione classica. Domenico Cerasuolo sembra il piu` ansioso e sbircia dalla finestra per vedere se e` in strada Pasquale Izzi. Ma il capoclan lo rimprovera perché così facendo potrebbe dare troppo nell’occhio: “…ti devi togliere da li` e ti devi sedere….solo io posso stare perche´ sono il padrone di casa”. La microspia registra in diretta le fasi precedenti l’omicidio. Un po’ in ritardo arriva Luigi Cutarelli e il gruppo di fuoco e` pronto a uscire di casa. Vengono controllati gli ultimi dettagli e che tutto sia pronto, armi e motorini.

Anna Serino viene avvisata dal marito che stanno scendendo. La donna, scrivono gli inquirenti, sa bene cosa sta per accadere e interviene incitando il commando e ridendo per cio` che si accingono a compiere gli uomini di fiducia del marito. Si chiude la porta e il commando alle 9 entra in azione. Attraverso la microspia si sentono ben 12 detonazioni. 

Anna: «Non se n’e` accorto».

Carlo: «No, stava dentro. Mariano all’improvviso ha detto “o’ zi`” apri la finestra di qua, l’amm ‘ngucciato” (acchiappato)». 

Carlo: «Poi e` arrivato Luigi alle spalle…dum dum..dieci botte in faccia, ma come ha fatto? Preciso, ha detto “’ozi`” gli do 10 botte in faccia..ne mancano due, manca la mazzetta. E` tornato indietro….».

E così subito dopo l’omicidio c’è grande soddisfazione ed eccitazione in casa Lo Russo. La famosa cimice registra tutto. Ecco cosa dice il boss Carlo Lo Russo: “…Me l’aveva promesso, dieci botte e non ha sbagliato un colpo. Ma come ha fatto?”. Poi con calma la sera quando le acque si sono calmante nel rione dopo l’andirivieni di carabinieri e polizia. I due coniugi tornano sull’omicidio:

Carlo: «La macchina, fiufiu (mima un rumore)». 

Anna: «Non se n’e` accorto». 

Carlo: «No stava da dentro. Mariano all’improvviso ha detto “’o zio” apri la finestra di qua che l’amm’ acchiappato». 

Una fase preparatoria perfetta nel loro diabolico piano messo a segno senza alcun problema. Carlo Lo Russo descrive in modo preciso e perfettamente coincidente con la successione dei colpi registrati in ambientale. Prima Luigi scarica la pistola in faccia alla vittima e poi, dopo poco i due colpi finali, la cosiddetta “mazzetta”. 

Carlo: «Sta pure lo squilibrato con loro, lo psicopatico». 

Anna: «Ah?». 

Carlo: «Si deve nascondere. Mo pure lo psicopatico si doveva portare?» Anna: «Hanno fatto bene». 

Carlo: «O Anna devi morire tu, Cosi` fa. Vado ad impazzire. Da dentro alla finestra. Dieci botte in faccia, dieci ma come ha fatto? Preciso. Ha detto: “’o zi` gli do dieci botte in faccia”. Ha detto: “Ne mancano due, manca la mazzetta”. E` tornato indietro».

Anna: «….».

Carlo: «No perche´ ha detto: “io ti ho dato la promessa a te”». 

Anna: «E se devono essere dieci, dieci sono state».

Carlo: «Sull’anima di Vincenzo, devo morire Enzo».

Anna: «Oh, quello di droga, quello e`, farebbe tutto per te questo ragazzo».

Carlo: «Ah?». 

Anna: «Questo e` tipo, come si chiamano quelli la che si buttano con le bombe addosso». 

Carlo: «Quello a me mi chiama Allah, lui e` Isis o zi`, e` Isis». 

Anna: «Come si chiamano quelli la`, i kamikaze».

Carlo: «I kamikaze».

Anna: «Kamikaze, farebbe questo per te, si metterebbe una bomba in bocca».

Carlo: «Macchina, fiufiu». 

Anna: «Non se n’e` accorto». 

Carlo: «Noo, stava da dentro Mariano».

Anna: «Noo, qua».


Carlo: «Poi dopo e` venuto Luigi alle spalle e bum, bum».

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