All'ex consigliere regionale del Pd, sospeso dal partito nel 2010, dopo l'arresto, è stata contestata la concessione a metà degli anni 2000 di numerosi appalti a ditte legate al clan dei Casalesi, in particolare alla fazione Bidognetti, allora capeggiata da Luigi Guida detto «'o drink».
Il boss si è poi pentito accusando Fabozzi; le sue dichiarazioni furono poi confermate anche dal capoclan Antonio Iovine, divenuto collaboratore di giustizia nel giugno dello scorso anno.
Tra i condannati anche altri due pentiti: Massimo Iovine e Francesco Diana, i quali sono stati determinanti nel ricostruire l'accusa ai danni di Fabozzi e per questo hanno beneficiato dell'attenuante della collaborazione.
I giudici hanno condannato ad 8 anni anche i due imprenditori che avrebbero beneficiato degli appalti, Pasquale e Giuseppe Mastrominico, mentre due anni sono stati inflitti per il reato di voto di scambio all'imputato Nicola Caiazzo. Assolto l'imprenditore di Casal di Principe (Caserta) Raffaele Pezzella.
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