Russo, il ras di Giugliano, era secondo quanto indicato dal pm, l'anello di collegamento del clan di Setola con gli imprenditori dell'area di Napoli Nord per consumare per l'imposizione del pizzo, una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della zona del giuglianese e dell'agro aversano. Russo è stato incastrato dalle dichiarazioni dei pentiti Borriello e Cangiano che lo descrivono come un affiliato, come l'uomo che dava il suo appoggio alla scheggia impazzita dei casalesi, per far entrare i casalesi prepotentemente anche sul territorio di Napoli Nord, in particolare a Giugliano e a Villarica. Tutta la zona tra Castel Voltano e Varcaturo venne assoggettata alla volontà di Setola, subito dopo la sua scarcerazione a partire dal mese di aprile fino a dicembre del 2008. In quei sei mesi venne minacciato anche il titolare del ristorante Le Cascate di Giugliano l'imprenditore Giovan Battista Aversana, affinché pagasse il pizzo alla cosca. La stessa operazione venne fatta nei confronti di Pietro Di Cicco, titolare dello Sporting club Acquapark free time, sempre di Giugliano e poi anche nei confronti di Luigi Tamburrino della Motori di Parete e della Conad Margherita, sempre a Parete. Esercizi commerciali i cui proprietari vennero costretti a versare al clan tangenti pesantissime. Le vittime vennero minacciate di morte e spaventate con mitragliette e altre anni da guerra in uso a Oreste Spagnuolo, ora pentito, e a Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo, i fidatissimi di Setola. Le accuse sono di estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione e porto di anni da guerra. A carico di Russo anche l'accusa di associazione camorristica.
(fonte: Maria Giovanna Pellegrino - Cronache di Napoli)
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