NAPOLI. Ennesimo agguato, probabilmente di stampo camorristico, in via Janfolla nel quartiere di Miano. Un uomo, Aniello di Napoli è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola. Il ferito è stato trasportato al Cardarelli, dove è morto poco dopo per le ferite subite. La strada è la stessa dove qualche settimana fa i killer entrarono in azione per uccidere Pasquale Izzi. Nella stessa zona fu ucciso cinque mesi fa il figlio Vincenzo Di Napoli, detto 'o gatto. L'agguato poco prima delle 22,30, all'altezza del civico 393 di via Janfolla mentre era nella sua automobile, una macchina di colore grigio.
La camorra annienta la famiglia Di Napoli, 5 mesi fa l'omicidio del figlio
NAPOLI. Uccisi a distanza di cinque mesi l'uno dall'altro. La tremenda storia della famiglia di Napoli di Miano. Antonio Di Napoli, ucciso dai killer in via Janfolla, conosciuto dalle forze dell'ordine per denunce penali legate a reati reati legati alla droga e alla ricettazione, è il padre di Vincenzo di Napoli, il 25enne detto o' Gatto, ucciso il 9 dicembre dell'anno scorso, in via Miano, a Piscinola. Insomma una famiglia sterminata, che secondo gli inquirenti si inserisce nella pulizia interna effettuata dal clan Lo Russo nei confronti dei "girati".
Il territorio tra Secondigliano e Miano è sotto l'influenza del clan camorristico dei Lo Russo, i cui esponenti sono anche noti anche come "i Capitoni". Solo pochi giorni prima dell'uccisione di 'o gatto, un altro omicidio cruento aveva insanguinato le strade di Napoli: si tratta dell'agguato a Pietro Esposito, boss del clan omonimo attivo nel rione Sanità.
La fame di vendetta per l'uccisione del figlio o ritorsione dei Mallo: i due scenari sull'omicidio di Antonio di Napoli
Aniello Di Napoli aveva precedenti per droga, rapina e ricettazione. Secondo gli inquirenti in passato frequentava abitualmente il rione San Gaetano, in particolare una piazza di droga. Ma chi l'ha ucciso e perché? Il 46enne, così come il figlio assassinato qualche mese fa a Piscinola, era considerato vicino ai Lo Russo. Dietro il suo omicidio, quindi, ci potrebbe essere la regia dei Mallo. Un omicidio perpetrato dai figliocci dei Licciardi per vendicare l'agguato di qualche sera fa avvenuto a Capodimonte nei confronti del boss emergente Walter Mallo.
I Mallo sono gli stessi che dagli inquirenti sarebbero ritenuti responsabili della strage di via Fontanelle al rione Sanità nella quale furono assassinati il figlio di "Lellucc", Giuseppe Vastarella, e suo cognato Salvatore Vigna. Un omicidio, insomma, che conferma una guerra in corso proprio tra i Vastarella, i Lo Russo e i Tolomelli contro gli emergenti Mallo, appoggiati dagli Spina e dai Licciardi con la probabile benedizione di tutta l'Alleanza di Secondigliano. Una guerra per il controllo delle piazze di spaccio tra Don Guanella, Miano, Secondigliano, Capodimonte, che chissà quante vittime mieterá ancora.
Ma c'è anche un'altra pista battuta dagli inquirenti. Pare che Aniello di Napoli non si sia dato pace per l'uccisione del figlio Vincenzo e dal quel 9 dicembre 2015 aveva iniziato ad indagare negli ambienti della malavita per vendicare col sangue il delitto del 25enne. Forse le sue 'indagini' potrebbero aver urtato qualcuno o scavalcato troppo il confine e per questo è stato fatto fuori. Il figlio Vincenzo si era sposato poco prima di essere ucciso e la moglie aveva scoperto di aspettare un bambino da lui. Un figlio che il giovane Enzo non ha mai visto nascere.
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