MARANO. Terreni che una volta ospitavano la latitanza di Totò Riina, appartenuti al clan dei Simeoli, una costola del clan Polverino - Nuvoletta, oggi producono pesche grazie all'impegno della Cooperativa sociale "Resistenza" che offre lavoro a giovani di Marano, Chiaiano, Secondigliano e Scampia, oltre a 20 minori sottoposti a misura cautelare della comunità "Don Peppe Diana" di Viale Colli Aminei. In tutto circa 300 persone impegnate. I terreni, sequestrati nel 1997 e confiscati nel 2001 sono stati affidati nel 2012, appunto, alla Cooperativa Sociale "Resistenza". A parlare è Ciro Corona che spiega: «Siamo orgogliosi di occuparci di queste terre a scopo sociale, dando la possibilità a chi è del luogo, ma anche ai ragazzi che stanno scontando pene alternative al carcere, insieme a tanti volontari provenienti da tutt'Italia. Se per i beni confiscati alla camorra è prevista la produttività non solo economica, ma anche sociale - ha aggiunto - allora era giusto che noi aprissimo "le porte" di questo bene confiscato per dare l'opportunità a gente del luogo di lavorare e di formarsi insieme a noi». Oltre ai ragazzi della Cooperativa sociale "Resistenza", sono giunti volontari da tutt'Italia, come i Boy Scout di Rimini: «Vogliamo scoprire questa realtà e andare a fondo sui veri problemi che ci sono su questo territorio ha spiegato Fabio Lucchi intervenendo ai microfoni di Repubblica TV - problemi che comunque troviamo anche a casa nostra a Rimini. dove da anni ormai si è diffuso il fenomeno delle mafie. Con noi qui sono arrivati anche ragazzi di 15 o 16 anni per cominciare a capire come affrontare queste problematiche».
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