di Gerardo Ausiello
NAPOLI - In Campania venti incidenti stradali fasulli al giorno, praticamente uno all’ora. È il clamoroso dato contenuto nel report dell’Ania, l’associazione che riunisce le compagnie assicurative. Ma non mancano le polemiche, scatenate soprattutto dall’Aci che parla di «dati taroccati» e chiede «un’immediata inversione di tendenza».
TruffeStando ai numeri diffusi dall’Ania (relativi al 2010) che si basa anche su rivelazioni dell’Isvap, la maglia nera spetta alla Campania dove i sinistri con frode sfiorano il 10 per cento: quasi 7mila, su un totale di 69.763 registrati nel Paese. Una percentuale che però appare in diminuzione rispetto all’anno precedente (9,96 contro i 9,58 di oggi). Le province maggiormente colpite sono Caserta e Napoli: l’incidenza è pari rispettivamente al 12,38 per cento e al 10,91 per cento. Ma si tratta di una stima approssimativa perché, come si legge nel dossier, «i dati riportano solo le truffe scoperte dalle imprese attraverso i limitati mezzi che possono impiegare per contrastare tale fenomeno».
TariffeSebbene non sia possibile appurare con certezza le violazioni di legge, a Napoli e in Campania le tariffe continuano a salire alle stelle. Un cittadino, pur non provocando sinistri, arriva a pagare fino a 3mila euro all’anno per la sola Rc auto con una vettura di media cilindrata. «Sono cifre insostenibili - attacca il presidente dell’Aci Napoli, Antonio Coppola - I numeri sono spesso gonfiati e strumentalizzati dalle compagnie assicurative, che così giustificano le stangate. Da tempo chiedo all’Ania le statistiche ufficiali: sono convinto che contengano molte sorprese. Peraltro ricordo alle società che si ha l’obbligo di denunciare le truffe alle autorità competenti». Secondo Coppola «si è raggiunto ormai un punto di non ritorno: il mercato è bloccato, le compagnie fanno cartello e impongono i prezzi ai cittadini che non possono opporsi. Si tratta di un ricatto inaccettabile».
Polizze «fantasma»
Tra crisi economica e costi insostenibili si moltiplicano le macchine e i ciclomotori che circolano senza tagliando: in tutta Italia i veicoli sprovvisti di copertura assicurativa sono circa 3,5 milioni di cui oltre 800mila a Napoli e provincia (il 22,9 per cento del totale nazionale). Un fenomeno allarmante che la dice lunga sui pericoli che si corrono in strada e sulla necessità di norme più efficaci in materia.
Sinistri
Anche perché, se si guarda al numero di incidenti, si scopre che il primato non spetta affatto a Napoli e alla Campania: il capoluogo partenopeo, con il 22,9 per cento, è in linea con la media nazionale e molto lontano dalle città dove i tamponamenti sono maggiormente frequenti (Brindisi 44,5 per cento, Taranto 44,4, Crotone 41, Foggia 39,3, Lecce 39,1). In questa speciale classifica i centri più virtuosi sono Biella (11 per cento), Bolzano (11,3), Trento (12,8) e Verbania (12,9). Non si discostano molto da Napoli, invece, grandi metropoli come Roma (20 per cento) e Milano (18,9).
Il flop della scatola nera
La scatola nera funziona, ma le compagnie non la propongono. E così quello che avrebbe dovuto essere uno strumento contro le truffe, di fatto resta nelle officine. Perché? Il problema, osserva l’Ania, è il nuovo articolo 32 della legge numero 27 del 2012 che impone alle assicurazioni di pagare tutti i costi dell’installazione dell’apparecchio. Ragion per cui, in assenza di uno specifico obbligo a proporre polizze con scatola nera (molto più vantaggiose di quelle standard), le compagnie fanno finta di nulla e i clienti che non conoscono la normativa perdono l’occasione di risparmiare centinaia di euro.
www.ilmattino.it
TruffeStando ai numeri diffusi dall’Ania (relativi al 2010) che si basa anche su rivelazioni dell’Isvap, la maglia nera spetta alla Campania dove i sinistri con frode sfiorano il 10 per cento: quasi 7mila, su un totale di 69.763 registrati nel Paese. Una percentuale che però appare in diminuzione rispetto all’anno precedente (9,96 contro i 9,58 di oggi). Le province maggiormente colpite sono Caserta e Napoli: l’incidenza è pari rispettivamente al 12,38 per cento e al 10,91 per cento. Ma si tratta di una stima approssimativa perché, come si legge nel dossier, «i dati riportano solo le truffe scoperte dalle imprese attraverso i limitati mezzi che possono impiegare per contrastare tale fenomeno».
TariffeSebbene non sia possibile appurare con certezza le violazioni di legge, a Napoli e in Campania le tariffe continuano a salire alle stelle. Un cittadino, pur non provocando sinistri, arriva a pagare fino a 3mila euro all’anno per la sola Rc auto con una vettura di media cilindrata. «Sono cifre insostenibili - attacca il presidente dell’Aci Napoli, Antonio Coppola - I numeri sono spesso gonfiati e strumentalizzati dalle compagnie assicurative, che così giustificano le stangate. Da tempo chiedo all’Ania le statistiche ufficiali: sono convinto che contengano molte sorprese. Peraltro ricordo alle società che si ha l’obbligo di denunciare le truffe alle autorità competenti». Secondo Coppola «si è raggiunto ormai un punto di non ritorno: il mercato è bloccato, le compagnie fanno cartello e impongono i prezzi ai cittadini che non possono opporsi. Si tratta di un ricatto inaccettabile».
Polizze «fantasma»
Tra crisi economica e costi insostenibili si moltiplicano le macchine e i ciclomotori che circolano senza tagliando: in tutta Italia i veicoli sprovvisti di copertura assicurativa sono circa 3,5 milioni di cui oltre 800mila a Napoli e provincia (il 22,9 per cento del totale nazionale). Un fenomeno allarmante che la dice lunga sui pericoli che si corrono in strada e sulla necessità di norme più efficaci in materia.
Sinistri
Anche perché, se si guarda al numero di incidenti, si scopre che il primato non spetta affatto a Napoli e alla Campania: il capoluogo partenopeo, con il 22,9 per cento, è in linea con la media nazionale e molto lontano dalle città dove i tamponamenti sono maggiormente frequenti (Brindisi 44,5 per cento, Taranto 44,4, Crotone 41, Foggia 39,3, Lecce 39,1). In questa speciale classifica i centri più virtuosi sono Biella (11 per cento), Bolzano (11,3), Trento (12,8) e Verbania (12,9). Non si discostano molto da Napoli, invece, grandi metropoli come Roma (20 per cento) e Milano (18,9).
Il flop della scatola nera
La scatola nera funziona, ma le compagnie non la propongono. E così quello che avrebbe dovuto essere uno strumento contro le truffe, di fatto resta nelle officine. Perché? Il problema, osserva l’Ania, è il nuovo articolo 32 della legge numero 27 del 2012 che impone alle assicurazioni di pagare tutti i costi dell’installazione dell’apparecchio. Ragion per cui, in assenza di uno specifico obbligo a proporre polizze con scatola nera (molto più vantaggiose di quelle standard), le compagnie fanno finta di nulla e i clienti che non conoscono la normativa perdono l’occasione di risparmiare centinaia di euro.
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